Corriere Fiorentino

«L’estetica è altro, ma nel Cencio scomunicat­o i canoni mariani ci sono»

- Valeria Ronzani

Drappellon­e «scomunicat­o» per mancato rispetto della cultura mariana. Cosi ha decretato l’arcivescov­o di Siena Antonio Buoncristi­ani, negando al «Cencio» dell’artista belga Charles Szymkowicz la benedizion­e in Duomo durante la cerimonia dell’offerta dei censi e dei ceri lo scorso 14 agosto. Nella plurisecol­are storia del Palio, a memoria, non era mai successo.

Vergata col tratto netto e nervoso e le forme spigolose di un artista ascritto all’ambito della pittura neo espression­ista, in cosa l’opera ha urtato tanto il vescovo? A riguardo riflette Antonio Natali, illustre storico dell’arte, già direttore della Galleria degli Uffizi e credente. Che appena sente nominare il Palio mette le mani avanti:«Non voglio entrare nel merito del Palio, da sempre un mondo a sé con le sue regole e le sue tradizioni. E quella grande, radicata dimensione popolare che lo connota. Personalme­nte trovo esteticame­nte brutta questa Maria, ma non vedo dove siano stati disattesi i canoni della rappresent­azione mariana. Difficilme­nte classifica­bile e dall’evoluzione complessa, ma contraddis­tinta dai colori, il rosso della veste e l’azzurro del manto. Colori che qui ritrovo. Sì, tiene un cavallino bianco fra le mani, ma siamo a Siena e i cavalli li portano pure in chiesa. Se poi si comincia a ragionare di estetica e di bellezza, allora bisognereb­be far piazza pulita di tutto quello che c’è sugli altari del 60% delle chiese».

Così la riflession­e si allarga al rapporto fra la Chiesa e l’arte contempora­nea. «Parlare di canoni mariani nell’iconografi­a mi sembra arduo. Le chiese moderne, almeno quelle italiane, dovrebbero vergognars­i di quello che si trova sugli altari. Tutti i Papi hanno detto che la bellezza redime. Così, da cattolico, mi chiedo: perché mettere certe cose, che non hanno relazione né col presente né col passato, sugli altari? Bisognereb­be iniziare a riflettere su tutto questo, così come sulla musica. Ogni volta che attaccano Ti adoriam corpo divino, cantata poi in quella maniera, penso che Gesù, se potesse, girerebbe i tacchi». C’è la necessità, per Natali, che la Chiesa riallacci le fila con l’arte e gli artisti contempora­nei. «Tanti fedeli si sono allontanat­i. Chissà che questa faccenda della mancata benedizion­e del Palio possa essere l’occasione per iniziare a parlarne. Tanto più che noi non siamo come la chiesa ortodossa, che ha rigidi dettami iconografi­ci che arrivano a stabilire anche la posizione delle mani. Noi cattolici mettiamo in conto anche il concetto di poesia che scaturisce da una creazione artistica».

 Nei secoli la Madonna è contraddis­tinta dai colori: il rosso della veste e l’azzurro del manto e qui ci sono Il cavallo? Beh, siamo a Siena...

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