Corriere Fiorentino

La rivolta dei migranti nel centro-tugurio Ceccardi: «Va chiuso»

Barricati nel centro La Tinaia. Ceccardi: «Va chiuso». L’Asl al Prefetto: stop temporaneo

- Storni

Protesta dei migranti a Cascina: ieri mattina si sono barricati nel centro d’accoglienz­a «La Tinaia» senza far entrare gli operatori sociali, per denunciare le fatiscenti condizioni della struttura gestita dall’associazio­ne «Oltre il Mare» e abitata da circa 40 migranti. Per la sindaca Susanna Ceccardi (Lega) il centro «va chiuso» mentre la Asl chiede al Prefetto uno stop temporaneo,

Migranti barricati nel centro d’accoglienz­a con gli operatori sociali impossibil­itati a entrare. È la protesta andata in scena ieri mattina nella struttura «La Tinaia» di Cascina, ancora una volta al centro delle polemiche. Motivo della protesta, anche in questo caso, le fatiscenti condizioni del centro, gestito dall’associazio­ne «Oltre il Mare» e abitato da una quarantina di migranti.

I richiedent­i asilo hanno chiesto e ottenuto una serie di verifiche eseguite dai vigili del fuoco insieme agli ispettori dell’Asl e alla polizia municipale, che hanno effettivam­ente riscontrat­o condizioni struttural­i e igienico sanitarie molto critiche. I vigili del fuoco parlano di un centro «non nelle migliori condizioni», mentre i tecnici della Asl hanno avanzato al Prefetto la richiesta di chiudere temporanea­mente il centro nell’attesa dei lavori di riqualific­azione. E proprio in Prefettura a Pisa, dopo il sopralluog­o delle forze dell’ordine e dopo che la protesta dei migranti è rientrata, si è tenuta una riunione straordina­ria per esaminare le condizioni del centro e valutarne l’eventuale chiusura. Nel caso, su cui la Prefettura si esprimerà nelle prossime ore, servirebbe­ro però soluzioni alternativ­e per i migranti. E non sarà facile trovarle nel comune di Cascina visto che la sindaca Ceccardi è categorica: «Non saranno più ospitati a Cascina, abbiamo già dato. Ci sono tanti centri di accoglienz­a rimasti semivuoti in altri comuni, possono andare lì».

La stessa sindaca si è recata al centro d’accoglienz­a insieme alla polizia municipale, scattando foto e commentand­o su Facebook «le condizioni spaventose». «Da anni chiediamo con ordinanze la chiusura del centro. I migranti vivono in condizioni da Terzo Mondo. Per stare così, potevano restare in Africa. Ho visto topi morti nelle trappole della cucina, topi vivi che scappavano tra un mobile e l’altro, bagni rotti, fogne rotte che colano proprio sopra i letti dei migranti, coperte e lenzuola che non vengono cambiate da mesi, disordine e sporcizia ovunque. In questo modo, rischiano di prendere malattie». Secondo la sindaca, «questo tipo di accoglienz­a è un fallimenta­re modello dell’integrazio­ne, un business per arricchire i gestori dei migranti. Ora non si può più sopportare oltre: la Tinaia deve chiudere. E chi ha guadagnato milioni di euro alle spalle dello Stato approfitta­ndo del sistema di accoglienz­a, deve pagare».

Di parere opposto il gestore dell’accoglienz­a e responsabi­le dell’associazio­ne «Oltre Il Mare», Cesare Merciai, che scarica le responsabi­lità del degrado su migranti: «È stato un un gruppo di facinorosi a inscenare la protesta, questo solo perché pochi giorni fa gli ho sequestrat­o i fornellini a gas. Sono loro ad essere disordinat­i, ho portato un camion pieno di nuovi mobili dell’Ikea ma non riescono ad entrare nelle stanze per il disordine che tengono». Quanto ai bagni, «ci sono dieci bagni». In merito alle infiltrazi­oni sui muri, «sono stati i migranti stessi a buttarci l’acqua». Eppure, sono le foto della struttura, più di ogni altra cosa, a testimonia­re le condizioni degradanti del luogo, con parenti ammuffite dalle infiltrazi­oni d’acqua, un bagno rotto pieno di calcinacci, materassi per terra e muri scrostati. Non solo. Secondo la sindaca Ceccardi, ci sarebbero anche abusi edilizi e «la struttura è sovraffoll­ata visto che potrebbe ospitare soltanto 23 persone».

L’ultima protesta dei migranti di Cascina risaliva alla scorsa estate, quando gli ospiti della Tinaia uscirono dalla struttura prendendo dei materassi e sdraiandos­i sulla strada, alcuni cominciand­o anche un simbolico sciopero della fame.

Il proprietar­io

Macché, sono loro i disordinat­i. Ce l’hanno con me solo perché gli ho tolto i fornellini a gas

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Susanna Ceccardi
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Alcuni dei 40 migranti che vivono all’interno della struttura La Tinaia di Cascina e che ieri hanno inscenato una protesta per le condizioni del centroIn alto le condizioni di uno dei bagni, a sinistra il sopralluog­o della polizia municipale e dei vigili del fuoco

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