Corriere Fiorentino

LA TERZA STRADA TRA LE IDEOLOGIE

- Di Mario Lancisi

Mentre l’Italia si divide sul destino, già molto amaro e doloroso, dei 177 immigrati a bordo della Diciotti, ferma nel porto di Catania, in Toscana, nella Cascina leghista la Prefettura ha chiuso un centro di accoglienz­a per le sue pessime condizioni igieniche. Così degradate che alcuni richiedent­i asilo hanno occupato il centro per protesta. «Grazie Salvini, grazie Susanna», hanno esultato i migranti. Cascina chiama Catania. Almeno in un duplice senso. Prima e dopo la discussion­e se accogliere o meno i migranti occorre chiedersi se siamo in grado di offrire un’ospitalità umana. Non si può accettare infatti un’accoglienz­a a prescinder­e. Mossa magari da ragioni economiche. O anche da un intento caritatevo­le lodevole ma confuso. In secondo luogo, l’accoglienz­a deve presupporr­e l’integrazio­ne. Chi viene ha bisogno di un tetto, di un letto e di una mensa a misura di uomo, ma anche di politiche di integrazio­ne. «L’accoglienz­a non sia ideologia, ma chi chiude non è un cristiano», ha spiegato al Corriere Fiorentino il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli. Nella dicotomia del nostro tempo tra apertura e chiusura, monsignor Tardelli invita ad essere aperti, ma laici: concreti, capaci di misurare la nostra apertura sul filo della possibilit­à storica. La Chiesa è la più esposta nella controvers­ia più accesa del nostro tempo. Proprio ieri, nel corso della penultima giornata della «Summer School on religions» a Badia a Passignano, a proposito del Papa, è emerso come il suo sia un pontificat­o attraversa­to da drammatich­e divisioni, anche per la politica sull’immigrazio­ne. Che, stando ad un recente sondaggio del sociologo Ilvo Diamanti, gli avrebbe fatto perdere consenso. Ma il superament­o dell’ideologism­o auspicato da Tardelli vale anche per il ministro Salvini e per la sindaca Ceccardi. Se non basta far scendere i migranti dalla Diciotti se poi i centri che li accogliera­nno saranno come quelli di Cascina, vale anche il contrario: chiusa la Tinaia la sindaca si adoperi per favorire la costruzion­e di luoghi di vera accoglienz­a e integrazio­ne.

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