Memorie di un giocatore, fermo alla stazione di Pisa
Il miraggio della fortuna, tra un gratta e vinci di troppo e una ragazza lasciata in spiaggia
Mi chiamano il Tevez ma, sia chiaro, cicatrici nel muso non ne ho. Però ho lo stesso sguardo cattivo e la carnagione scura. Ah, sì, sono anche basso. Così, sapete cosa? Mi sono preso pure una maglietta del Boca. Ci vado a fare la spesa, ci mangio, ci dormo… In pratica me la tolgo solo per andare al mare. E oggi, entrando in spiaggia senza la maglia, ma col costume, le infradito e la borsa frigo, ho sentito la tasca del costume rigonfia, qualche soldo dimenticato? Ottimo… Invece è l’opuscolo, quel diavolo di opuscolo che Laura mi ha chiesto di imparare. «Gioca responsabilmente…» Puah. Sono un investitore, io, mica un giocatore. Gratto e vedo i numerini, le barchine, le navine e già vedo il gruzzolo alla fine. Non è facilissimo, e ci cascano in tanti, ma, io, ve l’ho detto, sono un investitore, perché posso sentirla, la fortuna, soprattutto d’estate. Una volta con due euro ne ho imbroccati duemila. Se non ricordo male era proprio il 25 agosto, un anno esatto oggi. Il problema è che quella volta ho detto Perché no, ora che ho un po’ di grano posso reinvestire un tot e farne di più. Duemila non è poi così tanto. Bisogna puntare alto! E allora bruci la maggior parte dell’incasso porca miseria perché le cose giran male. La tipa, l’assistente sociale, lì – ci mancava lei! – una volta mi ha seguito – giuro! – fino in acqua, per dirmi che le percentuali sono a perdere. Che scoperta! Dice che persino è successo di un tipo che ha preso mille, duemila euro di biglietti consecutivi e di vincenti neanche l’ombra. Ma lasciatemi stare! I cattivi pensieri allontanano la fortuna, si sa. Quando sono a mollo, io penso solo a vincere e di brutto, il punto è andare nel bar giusto a pescare il grattino giusto.
Esco tutto gocciolante e Laura – sì, c’è anche la mia donna, non l’avevo detto? – mi dice Vai a comprare una crema solare, che è finita? Mi passa il suo portafoglio. Poi dice: E non andare al bar! Mai un attimo di pace,oh.
Incontro Mircea proprio sul lungomare, mezzo sfranto, un disastro di ammaccature, mi dice Tevez guarda cazzo come sono ridotto! E mi fa vedere il polso tutto fasciato. Mircea, compare, sei messo male, e ora? E ora non so quanto tempo non lavorare io in cantiere. Sto qua è in Italia da più di me e senti come parla. Brutta storia però. No ci voleva, dice, e si guarda colpevole il polso tutto bloccato che poi con «sto caldo avrà l’inferno sotto il gesso. Dai, andiamo che ti offro un bicchierino! Il Bar Lori non è fortunatissimo ma mi piace perché c’è la Strilli a fare la stagione, una con due tette così. Oh Strilli, c’è il Tevez, un bicchierino per me e Mircea. Muoviti, su!» In ogni caso di grattini sono straforniti: Miliardario, Mega miliardario, 10 X, 20 X, 50 X, 100 X. Ah, se potessi prendere solo quelli di grosso taglio, altro che Carta più alta, Dado matto, La fortuna gira, Batti il banco… Prendo un Miliardario mentre Mircea beve il suo bicchierino. Maledizione, se ci fosse stato 33, centomila dritti in tasca e invece ho sbucciato, 31 e 32. Getto nel bidone il grattino, mi giro e vedo che Mircea guarda la Strilli tutto trasognato.
Vamos, Mircea. Bisogna cambiare bar, qui gira male. Ma lui dice che deve andare. Non ha il coraggio di tornare a casa perché appena sua moglie vede che è rotto sai che grana gli pianta? Mircea ha Florin e Ion, sei e otto anni, mica posson lavorare loro, poverini. Ha paura che glieli portan via i tizi del comune, che li diano a una famiglia col villino vista mare. A noi non ci vengono né tantomeno ce li voglion dare. Ma Mircea ci tiene ai ragazzini e allora niente da fare.
Ma c’è tempo per tornare, magari la fortuna gira e si fa a mezzo che oggi è il 25 agosto, il mio giorno fortunato. In Via dei Bagni c’è sempre un tipo che mordicchia un sigaro toscano, baffi biondi, come un pugno in un occhio in tutto quel grigiume di capelli, però mi fa sempre un sacco di salamelecchi quando entro e compro, come oggi, uno da 10 e due da 20. Dai Mircea vieni con me alla postazione: c’è uno sgabellino alto, tutto scricchiolii e, su di un piano, un punto d’appoggio in plastica dura, uno di quei cosi con tutte le pubblicità dove tintinnano i resti. E allora gratta gratta gratta, seduto e aria condizionata a palla. Ora sì.
Provo il primo. Niente. Dai col secondo. Gratta gratta gratta. Dai monetina, fammi vedere. È possibile che di venti numeri, dico venti, neanche uno vincente: Dal 32 al 38 tutti presenti. E il numero Jolly, cazzo il jolly, 39. Miseria schifa. Né una stellina. Né un ferro di cavallo. Né un doblone. Né un lingotto. Niente di niente. Baffo Biondo mi guarda e toglie il sigaro di bocca, dai che hai l’ultimo – tranquillo – mica son finiti! E allora dai con quello da venti che è un lenzuolo che gratta gratta non finisce mai. Allora inizio, un po’ titubante, Mircea mi osserva tutto teso e fa pure il tifo. Scopro il primo numero, ed è buono. Allora dico che ho un impegno e lascio Baffo Biondo al suo destino. Dai, Mircea, andiamo sul lungomare come l’anno scorso, che poi c’è Laura in spiaggia che mi aspetta… Già, la crema solare! Eh vabbe’… Svoltiamo il vicolo, vedo la stessa panchina tutta vernice screpolata dell’anno prima. C’è una signorina col pechinese che appena mi vede s’alza come indispettita. Quando invece della maglia del Boca avrò una camicia Dolce e Gabbana, mi chiederai come ti chiami sbattendo gli occhioni! Ma ora passiamo ad altro: si gratta, dai che è il 25 Agosto. 11, 42, 87, 34, ne mancano cinque mentre Mircea per vedere meglio si mette a canto e mi urta e mi vola via di mano! Sarebbe da romperti l’altro polso, veramente… Rincorro il tagliando, ma è ovvio, adesso non può più essere vincente… E infatti. Già, Laura! Mircea, dio bono, saresti da zampate!, gli grido mentre corro verso la spiaggia.