Corriere Fiorentino

Memorie di un giocatore, fermo alla stazione di Pisa

Il miraggio della fortuna, tra un gratta e vinci di troppo e una ragazza lasciata in spiaggia

- Di Giacomo Giuntoli

Mi chiamano il Tevez ma, sia chiaro, cicatrici nel muso non ne ho. Però ho lo stesso sguardo cattivo e la carnagione scura. Ah, sì, sono anche basso. Così, sapete cosa? Mi sono preso pure una maglietta del Boca. Ci vado a fare la spesa, ci mangio, ci dormo… In pratica me la tolgo solo per andare al mare. E oggi, entrando in spiaggia senza la maglia, ma col costume, le infradito e la borsa frigo, ho sentito la tasca del costume rigonfia, qualche soldo dimenticat­o? Ottimo… Invece è l’opuscolo, quel diavolo di opuscolo che Laura mi ha chiesto di imparare. «Gioca responsabi­lmente…» Puah. Sono un investitor­e, io, mica un giocatore. Gratto e vedo i numerini, le barchine, le navine e già vedo il gruzzolo alla fine. Non è facilissim­o, e ci cascano in tanti, ma, io, ve l’ho detto, sono un investitor­e, perché posso sentirla, la fortuna, soprattutt­o d’estate. Una volta con due euro ne ho imbroccati duemila. Se non ricordo male era proprio il 25 agosto, un anno esatto oggi. Il problema è che quella volta ho detto Perché no, ora che ho un po’ di grano posso reinvestir­e un tot e farne di più. Duemila non è poi così tanto. Bisogna puntare alto! E allora bruci la maggior parte dell’incasso porca miseria perché le cose giran male. La tipa, l’assistente sociale, lì – ci mancava lei! – una volta mi ha seguito – giuro! – fino in acqua, per dirmi che le percentual­i sono a perdere. Che scoperta! Dice che persino è successo di un tipo che ha preso mille, duemila euro di biglietti consecutiv­i e di vincenti neanche l’ombra. Ma lasciatemi stare! I cattivi pensieri allontanan­o la fortuna, si sa. Quando sono a mollo, io penso solo a vincere e di brutto, il punto è andare nel bar giusto a pescare il grattino giusto.

Esco tutto gocciolant­e e Laura – sì, c’è anche la mia donna, non l’avevo detto? – mi dice Vai a comprare una crema solare, che è finita? Mi passa il suo portafogli­o. Poi dice: E non andare al bar! Mai un attimo di pace,oh.

Incontro Mircea proprio sul lungomare, mezzo sfranto, un disastro di ammaccatur­e, mi dice Tevez guarda cazzo come sono ridotto! E mi fa vedere il polso tutto fasciato. Mircea, compare, sei messo male, e ora? E ora non so quanto tempo non lavorare io in cantiere. Sto qua è in Italia da più di me e senti come parla. Brutta storia però. No ci voleva, dice, e si guarda colpevole il polso tutto bloccato che poi con «sto caldo avrà l’inferno sotto il gesso. Dai, andiamo che ti offro un bicchierin­o! Il Bar Lori non è fortunatis­simo ma mi piace perché c’è la Strilli a fare la stagione, una con due tette così. Oh Strilli, c’è il Tevez, un bicchierin­o per me e Mircea. Muoviti, su!» In ogni caso di grattini sono strafornit­i: Miliardari­o, Mega miliardari­o, 10 X, 20 X, 50 X, 100 X. Ah, se potessi prendere solo quelli di grosso taglio, altro che Carta più alta, Dado matto, La fortuna gira, Batti il banco… Prendo un Miliardari­o mentre Mircea beve il suo bicchierin­o. Maledizion­e, se ci fosse stato 33, centomila dritti in tasca e invece ho sbucciato, 31 e 32. Getto nel bidone il grattino, mi giro e vedo che Mircea guarda la Strilli tutto trasognato.

Vamos, Mircea. Bisogna cambiare bar, qui gira male. Ma lui dice che deve andare. Non ha il coraggio di tornare a casa perché appena sua moglie vede che è rotto sai che grana gli pianta? Mircea ha Florin e Ion, sei e otto anni, mica posson lavorare loro, poverini. Ha paura che glieli portan via i tizi del comune, che li diano a una famiglia col villino vista mare. A noi non ci vengono né tantomeno ce li voglion dare. Ma Mircea ci tiene ai ragazzini e allora niente da fare.

Ma c’è tempo per tornare, magari la fortuna gira e si fa a mezzo che oggi è il 25 agosto, il mio giorno fortunato. In Via dei Bagni c’è sempre un tipo che mordicchia un sigaro toscano, baffi biondi, come un pugno in un occhio in tutto quel grigiume di capelli, però mi fa sempre un sacco di salamelecc­hi quando entro e compro, come oggi, uno da 10 e due da 20. Dai Mircea vieni con me alla postazione: c’è uno sgabellino alto, tutto scricchiol­ii e, su di un piano, un punto d’appoggio in plastica dura, uno di quei cosi con tutte le pubblicità dove tintinnano i resti. E allora gratta gratta gratta, seduto e aria condiziona­ta a palla. Ora sì.

Provo il primo. Niente. Dai col secondo. Gratta gratta gratta. Dai monetina, fammi vedere. È possibile che di venti numeri, dico venti, neanche uno vincente: Dal 32 al 38 tutti presenti. E il numero Jolly, cazzo il jolly, 39. Miseria schifa. Né una stellina. Né un ferro di cavallo. Né un doblone. Né un lingotto. Niente di niente. Baffo Biondo mi guarda e toglie il sigaro di bocca, dai che hai l’ultimo – tranquillo – mica son finiti! E allora dai con quello da venti che è un lenzuolo che gratta gratta non finisce mai. Allora inizio, un po’ titubante, Mircea mi osserva tutto teso e fa pure il tifo. Scopro il primo numero, ed è buono. Allora dico che ho un impegno e lascio Baffo Biondo al suo destino. Dai, Mircea, andiamo sul lungomare come l’anno scorso, che poi c’è Laura in spiaggia che mi aspetta… Già, la crema solare! Eh vabbe’… Svoltiamo il vicolo, vedo la stessa panchina tutta vernice screpolata dell’anno prima. C’è una signorina col pechinese che appena mi vede s’alza come indispetti­ta. Quando invece della maglia del Boca avrò una camicia Dolce e Gabbana, mi chiederai come ti chiami sbattendo gli occhioni! Ma ora passiamo ad altro: si gratta, dai che è il 25 Agosto. 11, 42, 87, 34, ne mancano cinque mentre Mircea per vedere meglio si mette a canto e mi urta e mi vola via di mano! Sarebbe da romperti l’altro polso, veramente… Rincorro il tagliando, ma è ovvio, adesso non può più essere vincente… E infatti. Già, Laura! Mircea, dio bono, saresti da zampate!, gli grido mentre corro verso la spiaggia.

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 ??  ?? Giacomo Giuntoli (1986) è Dottore di ricerca in letteratur­a italiana contempora­ne a. Ha scritto per le riviste «Crapula», «Flash art» e «Il primo amore»
Giacomo Giuntoli (1986) è Dottore di ricerca in letteratur­a italiana contempora­ne a. Ha scritto per le riviste «Crapula», «Flash art» e «Il primo amore»

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