VIVA I VIGILI (SE VIGILANO)
Parliamo di vigili. Dei vigili urbani fiorentini, per la precisione, perché ci sembra un buon tema d’attualità per la ripresa post-vacanziera. Quelli che fra gli agenti della polizia municipale leggono il Corriere Fiorentino forse si saranno convinti che questo giornale li abbia in grande uggia, e che li cancellerebbe volentieri dal panorama cittadino. Sbagliano. Solo che noi i vigili li vorremmo diversi, diversamente impiegati sul territorio e diversamente impegnati nelle attività di loro competenza. Perché così non funziona, non funziona proprio. In dieci anni e mezzo di vita di questa testata, molte volte abbiamo scritto che Palazzo Vecchio aveva deciso una svolta: aumenti di organico, riduzione degli addetti a lavoro d’ufficio a vantaggio del servizio in strada, presidii mobili e fissi per garantire maggiore sicurezza e più rispetto delle regole. Saremo anche degli inguaribili distratti, ma noi gli effetti di queste svolte annunciate con grande enfasi non li abbiamo mai visti. Sappiamo, ad esempio, che è aumentata parecchio l’intensità delle azioni contro l’abusivismo commerciale, con frequenti e massicci sequestri di merce, ma il centro (e non solo) continua a essere il regno dei venditori illegali. Ed è un’immagine che vanifica ogni sforzo. Perché non capirlo? È ormai fuori dal tempo pensare ai vigili come ai primi difensori della città e della sua convivenza civile? Se l’idea di fondo regge ancora, allora non c’è che da imporre atteggiamenti coerenti con l’idea stessa. E cioè vigili attenti, amichevoli ma, insieme, severi. E che sappiano ricoprire il loro ruolo con intelligenza, non meccanicamente e con spirito burocratico. Il vigile ti può multare se sbagli, però deve soprattutto aiutarti a evitare la multa. In ogni caso non può essere identificato con quello che fa le contravvenzioni. E, soprattutto, che ci siano evitate le scene di ordinaria ipocrisia, come quella dei due vigili fermi a braccia conserte in via dei Neri davanti ai turisti intenti a divorare schiacciate ripiene seduti sui marciapiedi, su cui ha scritto ieri Alessio Gaggioli. Non potevano fare alcunché perché l’ordinanza che vieta di mangiare per terra nella strada non è ancora stata varata? E allora che ci stavano a fare proprio lì? Forse a fare infuriare gli esercenti esasperati dai bivacchi sulla soglia dei loro negozi? E non è forse ipocrisia il lento passeggiare di coppie di vigili su e giù per il Ponte Vecchio per far finta di sloggiare i venditori abusivi che in meno di un minuto scappano e tornano dov’erano prima?