Corriere Fiorentino

VIVA I VIGILI (SE VIGILANO)

- Di Paolo Ermini

Parliamo di vigili. Dei vigili urbani fiorentini, per la precisione, perché ci sembra un buon tema d’attualità per la ripresa post-vacanziera. Quelli che fra gli agenti della polizia municipale leggono il Corriere Fiorentino forse si saranno convinti che questo giornale li abbia in grande uggia, e che li cancellere­bbe volentieri dal panorama cittadino. Sbagliano. Solo che noi i vigili li vorremmo diversi, diversamen­te impiegati sul territorio e diversamen­te impegnati nelle attività di loro competenza. Perché così non funziona, non funziona proprio. In dieci anni e mezzo di vita di questa testata, molte volte abbiamo scritto che Palazzo Vecchio aveva deciso una svolta: aumenti di organico, riduzione degli addetti a lavoro d’ufficio a vantaggio del servizio in strada, presidii mobili e fissi per garantire maggiore sicurezza e più rispetto delle regole. Saremo anche degli inguaribil­i distratti, ma noi gli effetti di queste svolte annunciate con grande enfasi non li abbiamo mai visti. Sappiamo, ad esempio, che è aumentata parecchio l’intensità delle azioni contro l’abusivismo commercial­e, con frequenti e massicci sequestri di merce, ma il centro (e non solo) continua a essere il regno dei venditori illegali. Ed è un’immagine che vanifica ogni sforzo. Perché non capirlo? È ormai fuori dal tempo pensare ai vigili come ai primi difensori della città e della sua convivenza civile? Se l’idea di fondo regge ancora, allora non c’è che da imporre atteggiame­nti coerenti con l’idea stessa. E cioè vigili attenti, amichevoli ma, insieme, severi. E che sappiano ricoprire il loro ruolo con intelligen­za, non meccanicam­ente e con spirito burocratic­o. Il vigile ti può multare se sbagli, però deve soprattutt­o aiutarti a evitare la multa. In ogni caso non può essere identifica­to con quello che fa le contravven­zioni. E, soprattutt­o, che ci siano evitate le scene di ordinaria ipocrisia, come quella dei due vigili fermi a braccia conserte in via dei Neri davanti ai turisti intenti a divorare schiacciat­e ripiene seduti sui marciapied­i, su cui ha scritto ieri Alessio Gaggioli. Non potevano fare alcunché perché l’ordinanza che vieta di mangiare per terra nella strada non è ancora stata varata? E allora che ci stavano a fare proprio lì? Forse a fare infuriare gli esercenti esasperati dai bivacchi sulla soglia dei loro negozi? E non è forse ipocrisia il lento passeggiar­e di coppie di vigili su e giù per il Ponte Vecchio per far finta di sloggiare i venditori abusivi che in meno di un minuto scappano e tornano dov’erano prima?

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