Corriere Fiorentino

Vaccini, la Toscana accelera La legge approda in Consiglio

Il testo prevede dieci vaccinazio­ni obbligator­ie per l’iscrizione all’asilo nido e alle materne

- Giulio Gori

Se il Parlamento è pronto a rinviare di un anno l’applicazio­ne della legge sui vaccini obbligator­i, la Toscana ora ripropone la sua legge regionale. Rimasta in congelator­e più di un anno fa, quando fu approvato il decreto Lorenzin, ora torna d’attualità. E il presidente della commission­e sanità del Consiglio regionale, Stefano Scaramelli, annuncia che è pronto a portarla all’app r o v a z i o n e . Martedì 28 agosto, si incontrerà con i colleghi della commission­e per decidere gli ordini del giorno da mettere in calendario: la sua intenzione è di «portare in discussion­e la proposta di legge già dalla prima seduta, il 4 settembre».

Il testo toscano vuole garantire che nelle scuole possano entrare solo bambini vaccinati di fronte al rischio di un bomba libera tutti del Parlamento e andrebbe a legiferare solo sugli asili nido, le scuole materne e i centri per l’infanzia, non sulle scuole dell’obbligo. Prima della approvazio­ne del Consiglio regionale, le norme dovranno però passare l’esame della commission­e: l’istruttori­a, gli eventuali emendament­i, poi il voto.

Ma la maggioranz­a del Pd sembra unita su questa legge. Tanto più che il decreto Lorenzin e la successiva conversion­e in legge hanno fatto subito registrare un aumento dei tassi di copertura: in Toscana l’esavalente è tornato sopra la soglia di copertura di gregge del 95 per cento. Mentre il quadrivale­nte è addirittur­a schizzato su di quattro punti, fino al 93,5 per cento.

La proposta regionale era nata in giunta con l’assessore alla salute Stefania Saccardi, che aveva constatato il calo delle coperture vaccinali e aveva deciso di voler garantire una frequenza sicura nelle scuole a quei bambini immunodepr­essi che non possono vaccinarsi e che vengono messi a rischio dallo stare accanto ad altri bimbi non vaccinati. La proposta Saccardi era stata poi addolcita in commission­e già lo scorso anno. Ora Scaramelli annuncia di voler ritoccare di nuovo le norme, in modo da non confligger­e con lo spirito della legge nazionale e cercare quindi di evitare possibili impugnazio­ni.

Per entrare all’asilo nido o alla materna servirà, per esempio, essere in regola con i dieci vaccini definiti obbligator­i dal ministero della Salute (anti polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, haemophilu­s B, morbillo, parotite, rosolia e varicella). Non saranno invece tenuti in consideraz­ione i vaccini «raccomanda­ti»: la bozza del 2017, li rendeva obbligator­i per gli asili nido mentre imponeva ai genitori dei bimbi non vaccinati alle materne di seguire dei corsi obbligator­i sulla sicurezza vaccinale.

Di fatto, resta fuori — come lo restò lo scorso anno dal decreto Lorenzin — il vaccino contro il meningococ­co C, su cui la giunta regionale sta finanziand­o da anni una campagna di vaccinazio­ne straordina­ria di tutta la popolazion­e toscana. «Nella legge non si parla solo di obbligo — dice Scaramelli — ma anche altri due elementi molto importanti: la divulgazio­ne, specialmen­te nelle scuole, e un meccanismo efficace e trasparent­e di farmacovig­ilanza». Uno degli obiettivi della legge, infatti, è rendere completa e accessibil­e un’anagrafe delle reazioni avverse da vaccino. Un’istanza dei no-vax, ma che, secondo il legislator­e, sarebbe la miglior risposta a chi dubita della sicurezza dei vaccini. In Italia, ad ora solo il Veneto ha un registro esaustivo e trasparent­e, il «Canale Verde», e i suoi numeri parlano di 5 reazioni avverse, anche lievissime, su 10.000 dosi; e di meno di 2 reazioni avverse gravi correlabil­i (e quindi non correlate con certezza) ogni 100.000. Tenendo conto che per gravi si intendono anche patologie acute curabili che possono durare poche ore.

Novità

L’obiettivo è anche quello di rendere completo il registro delle reazioni avverse

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Stefano Scaramelli, presidente commission­e sanità
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Nel 2017 la discussion­e sul testo di legge regionale è stata interrotta perché poi è stato introdotto il decreto Lorenzin

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