La sostenibile leggerezza di una ripartenza
una ripartenza strana. Stefano Pioli c’è abituato. L’anno scorso era stato persino peggio con la squadra costruita soltanto negli ultimi, convulsi, giorni di mercato. Adesso la difficoltà sta nel gestire i tempi che hanno condizionato la lunga estate della Fiorentina. Prima frenetica, nel tentativo di trovare la forma subito per giocare i preliminari di Europa League, cancellati dalla sentenza del Tas. Poi lentissima, in attesa dell’esordio, che doveva essere a Genova e invece sarà al Franchi contro il Chievo. La Viola si è allenata 55 giorni senza una partita vera. Solo amichevoli che, come quella di Arezzo, non aiutano a calarsi nella realtà del campionato. Il Chievo, invece, è già rodato. Lo ha fatto otto giorni fa contro Cristiano Ronaldo e ha mostrato (oltre a uno straordinario Giaccherini) di essere già in palla. Per la Fiorentina una difficoltà in più. Rompere il ghiaccio non è mai facile, la prima uscita si porta dietro una lunga serie di incognite. Il rischio è che a forza di allenarsi la Viola sia andata fuori giri, magari mollando qualcosa sul piano della concentrazione nervosa. Sarebbe un peccato. Del resto nessuno poteva prevedere la tragedia del Ponte Morandi e saltare la prima partita, proprio a Genova, è stato sacrosanto. Ora è il momento di riaccendere la spina. E sfruttare il calendario. Mai la Fiorentina ha avuto la possibilità di partire giocando due gare di fila in casa. Servirebbe una partenza lanciata. Anche per dare un segnale. Dopo due stagioni senza Europa, quest’anno non si può fallire. Non sarà facile. La squadra è migliorata, ma anche la concorrenza è cresciuta. E le divisioni in seno alla città certo non aiuteranno la banda Pioli. L’ottimismo dell’allenatore è una garanzia. Per accendere subito il fuoco della passione. L’eredità lasciata da Davide non va sperperata. La strategia in estate è stata chiara: difendere i giocatori migliori e cercare di completare l’organico. Il tridente con Pjaca, anche se il croato non è ancora in condizione e non giocherà la prima dall’inizio, è intrigante per ammissione degli stessi giocatori. Il portiere Lafont, più che una scommessa, sembra un investimento. Bisognerà vedere come se la caverà Veretout (quando finirà la squalifica) nel ruolo di Badelj e se il gruppo troverà una guida come lo era Astori. L’entusiasmo dei giovani sarà un vantaggio. Pioli dovrà essere bravo a trovare in fretta la quadratura del cerchio. La Fiorentina e il suo allenatore hanno scelto il 4-3-3 che non sarà un dogma, ma un riferimento preciso. Sulla scorta del Mondiale, Pioli percorre la strada delle sue convinzioni: meno possesso palla e calcio più profondo, verticale, rapido, essenziale. «Spumeggiante», la promessa del tecnico. Che si gioca tanto. Ma lo fa con animo lieve e l’entusiasmo giusto.