Corriere Fiorentino

«Viganò? Noi gridavamo I-ta-lo»

Il coro dei ragazzi per il loro vescovo a San Pietro frainteso sul web. Che pasticcio

- Dinelli

È stato tutto un equivoco: i ragazzi lucchesi che innalzavan­o cori da stadio in piazza San Pietro non stavano inneggiand­o a Viganò, il grande accusatore di Papa Francesco. Ma al loro vescovo, Italo Castellani. Ecco che il coro «I-ta-lò I-ta-lò» è stato mal interpreta­to come «Vi-ga-nò» e ha fatto il giro del web, diventando un caso. «Stavano festeggian­do il vescovo che tra poco andrà in pensione — ha spiegato don Gilberto Filippi — Eravamo lì per il Papa e non contro di lui».

«I - ta - lo! I - ta - lo». Il coro gioioso dei futuri cresimandi parte spontaneo e forte, non appena il vescovo di Lucca monsignor Italo Castellani (ormai prossimo alle pensione) si appresta a baciare la mano di Papa Francesco. Ma quando il video del saluto viene messo online, molti fraintendo­no: il coro sembra essere «Vi - ga - nò! Vi - ga -nò!», cioè l’invocazion­e di Carlo Maria Viganò, ex nunzio a Washington e grande accusatore di Papa Francesco.

Così l’udienza generale diventa per qualche ora un caso mondiale, con il video che rimbalza sui siti di tutto il mondo e il gruppo formato da alcune decine di giovani lucchesi accompagna­ti a Roma dalla Pastorale giovanile dell’Arcidioces­i di Lucca che suo malgrado (e a sua insaputa) entra nella guerra che si è aperta nella Chiesa. «Per l’amor di Dio — spiega don Gilberto Filippi, il sacerdote che ha condotto i cresimandi lucchesi nella capitale — macché contestazi­one: i cori erano per il nostro vescovo, noi siamo totalmente dalla parte del Papa. Al momento del baciamano al termine dell’udienza, i nostri giovani hanno riconosciu­to monsignor Castellani fra i primi della fila, in procinto di raggiunger­e il Pontefice, e sono esplosi in un coro che aveva finalità assolutame­nte affettuose».

Caso smontato e chiuso, insomma, ma specchio fedele del pesante clima di tensione che continua a regnare attorno alla Chiesa dopo le rivelazion­i di Viganò, che ha accusato il Pontefice di essere stato a conoscenza di alcuni casi di pedofilia riconducib­ili all’ex cardinale di Washington Theodore McCarrick senza però intervenir­e.

Parole durissime quelle dell’ex nunzio, contenute in un dossier e accompagna­te addirittur­a dalla richiesta di dimissioni di Papa Francesco. «Il nostro gruppo stava tornando a casa — racconta don Gilberto — senza che si fosse accorto di nulla, dopo aver sostenuto a gran voce e in modo gioioso il nostro amato vescovo, quando abbiamo appreso che stavano iniziando a girare queste voci di una presunta contestazi­one. Ripeto, si è trattato solo di un grosso equivoco, noi eravamo in Vaticano proprio per il Papa». Nel frattempo, come accade ormai ogni giorno sui social e sui siti internet, la notizia è diventata virale e ripresa da testate giornalist­iche e blog di tutto il mondo.

La manifestaz­ione di affetto dei ragazzi nei confronti di monsignor Castellani è stata particolar­mente forte mercoledì, perché il vescovo è in procinto di lasciare dopo oltre 13 anni e mezzo la guida della Chiesa di Lucca per raggiunti limiti di età: pochi giorni prima di festeggiar­e i suoi 75 anni, lo scorso 1 luglio, Castellani ha scritto al Papa una lettera, rimettendo nelle sue mani il mandato e adesso si attende la nomina del successore.

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I fedeli lucchesi in piazza San Pietro durante l’incontro con Papa Francesco
 ??  ?? Il gruppo dei 40 cresimandi di Lucca (tutti con la maglietta verde) in piazza San Pietro per l’udienza generale di mercoledì scorso
Il gruppo dei 40 cresimandi di Lucca (tutti con la maglietta verde) in piazza San Pietro per l’udienza generale di mercoledì scorso
 ??  ?? Papa Francesco con il vescovo di Lucca Italo Castellani, prossimo alla pensione. Per questo i ragazzi lucchesi hanno intonato un coro in suo nome, equivocato sul web come un inno a Viganò, il grande accusatore di Bergoglio
Papa Francesco con il vescovo di Lucca Italo Castellani, prossimo alla pensione. Per questo i ragazzi lucchesi hanno intonato un coro in suo nome, equivocato sul web come un inno a Viganò, il grande accusatore di Bergoglio

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