Pistole nel mirino
L’ex calciante ne aveva due, dove le ha prese? Lui: «Una l’ho comprata da un rom»
Si terrà oggi a Sollicciano l’udienza di convalida per l’arresto dell’ex calciante che mercoledì ha scatenato il panico all’Isolotto dopo essersi presentato in un bar armato di pistola. Dopo 24 ore di fuga Rolando Scarpellini, 48 anni, si è arreso e si è costituito alla polizia. L’ex calciante è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di minaccia aggravata, porto e detenzione illegale di armi e ricettazione per le due pistole che erano in suo possesso.
Il pm Leopoldo De Gregorio, titolare del fascicolo, ha chiesto al gip Alessandro Moneti la misura cautelare in carcere mentre gli avvocati difensori di Scarpellini, Christian Vannucchi e Laura Grillo chiederanno al giudice i domiciliari.
Le indagini della squadra mobile guidata da Nino De Santis vanno comunque avanti. Gli investigatori stanno facendo accertamenti sull’«arsenale» che Scarpellini stesso ha fatto trovare dopo essersi costituito: una colt calibro 45 con 4 cartucce pronte per essere esplose, una calibro 6.35 con 44 pallottole che durante la fuga aveva nascosto in una buca nel giardino condominiale dei genitori.
Durante l’interrogatorio in questura Scarpellini ha spiegato che «la calibro 6.35 l’ho comprata da uno zingaro mentre l’altra pistola (quella risultata rubata cinque anni fa da un’abitazione di Montespertoli) l’ho trovata per caso durante i lavori di ristrutturazioni di una casa». Vero? Falso? La polizia sta cercando di scoprirlo.
Nel decreto di fermo la polizia sottolinea che «Scarpellini, quando ha agito, era in un’evidente e manifesta alterazione psico-fisica, e si è reso responsabile di una serie di reati che vanno dalla detenzione in luogo aperto e pubblico di armi comuni da sparo, ricettazione di arma risultata rubata, percosse e minacce aggravate». La Procura ipotizza la «reiterazione di una condotta particolarmente aggressiva e violenta, così come quella posta in essere nei confronti delle due donne (l’amica e la dipendente del bar, ndr)» e ritiene che «Scarpellini, così come recentemente dimostrato, quando si è dato volontariamente alla fuga, potrebbe rendersi responsabile nuovamente di analoghe condotte, dandosi nuovamente alla fuga a fronte di possibili provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria» .
«Non volevo fare del male a nessuno», ha assicurato Scarpellini più volte ai poliziotti mentre lo interrogavano giovedì mattina. Dopo ventiquattr’ore di fuga ha chiamato un ispettore che conosce da anni che l’ha poi convinto a consegnarsi. Sentito dalla squadra mobile si è detto dispiaciuto e ha motivato il suo comportamento attribuendolo alla fase di forte stress e nervosismo che sta attraversando per motivi personali. Scarpellini è noto alle forze dell’ordine: è stato arrestato in passato per storie di droga e per tentato omicidio, per l’agguato a un calciante Azzurro avvenuto nel settembre 1999, anni in cui lui militava tra i Rossi. L’accusa di tentato omicidio venne poi derubricato in lesioni.
L’accusa
«Potrebbe rendersi responsabile di nuove analoghe condotte, dandosi alla fuga»