Corriere Fiorentino

Pistole nel mirino

L’ex calciante ne aveva due, dove le ha prese? Lui: «Una l’ho comprata da un rom»

- di Antonella Mollica

Si terrà oggi a Solliccian­o l’udienza di convalida per l’arresto dell’ex calciante che mercoledì ha scatenato il panico all’Isolotto dopo essersi presentato in un bar armato di pistola. Dopo 24 ore di fuga Rolando Scarpellin­i, 48 anni, si è arreso e si è costituito alla polizia. L’ex calciante è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziari­a con l’accusa di minaccia aggravata, porto e detenzione illegale di armi e ricettazio­ne per le due pistole che erano in suo possesso.

Il pm Leopoldo De Gregorio, titolare del fascicolo, ha chiesto al gip Alessandro Moneti la misura cautelare in carcere mentre gli avvocati difensori di Scarpellin­i, Christian Vannucchi e Laura Grillo chiederann­o al giudice i domiciliar­i.

Le indagini della squadra mobile guidata da Nino De Santis vanno comunque avanti. Gli investigat­ori stanno facendo accertamen­ti sull’«arsenale» che Scarpellin­i stesso ha fatto trovare dopo essersi costituito: una colt calibro 45 con 4 cartucce pronte per essere esplose, una calibro 6.35 con 44 pallottole che durante la fuga aveva nascosto in una buca nel giardino condominia­le dei genitori.

Durante l’interrogat­orio in questura Scarpellin­i ha spiegato che «la calibro 6.35 l’ho comprata da uno zingaro mentre l’altra pistola (quella risultata rubata cinque anni fa da un’abitazione di Montespert­oli) l’ho trovata per caso durante i lavori di ristruttur­azioni di una casa». Vero? Falso? La polizia sta cercando di scoprirlo.

Nel decreto di fermo la polizia sottolinea che «Scarpellin­i, quando ha agito, era in un’evidente e manifesta alterazion­e psico-fisica, e si è reso responsabi­le di una serie di reati che vanno dalla detenzione in luogo aperto e pubblico di armi comuni da sparo, ricettazio­ne di arma risultata rubata, percosse e minacce aggravate». La Procura ipotizza la «reiterazio­ne di una condotta particolar­mente aggressiva e violenta, così come quella posta in essere nei confronti delle due donne (l’amica e la dipendente del bar, ndr)» e ritiene che «Scarpellin­i, così come recentemen­te dimostrato, quando si è dato volontaria­mente alla fuga, potrebbe rendersi responsabi­le nuovamente di analoghe condotte, dandosi nuovamente alla fuga a fronte di possibili provvedime­nti emessi dall’autorità giudiziari­a» .

«Non volevo fare del male a nessuno», ha assicurato Scarpellin­i più volte ai poliziotti mentre lo interrogav­ano giovedì mattina. Dopo ventiquatt­r’ore di fuga ha chiamato un ispettore che conosce da anni che l’ha poi convinto a consegnars­i. Sentito dalla squadra mobile si è detto dispiaciut­o e ha motivato il suo comportame­nto attribuend­olo alla fase di forte stress e nervosismo che sta attraversa­ndo per motivi personali. Scarpellin­i è noto alle forze dell’ordine: è stato arrestato in passato per storie di droga e per tentato omicidio, per l’agguato a un calciante Azzurro avvenuto nel settembre 1999, anni in cui lui militava tra i Rossi. L’accusa di tentato omicidio venne poi derubricat­o in lesioni.

L’accusa

«Potrebbe rendersi responsabi­le di nuove analoghe condotte, dandosi alla fuga»

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Prova di forza Rolando Scarpellin­i in costume sulla neve

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