Corriere Fiorentino

L’esperiment­o

Taser ai carabinier­i: a Firenze le prime due pistole elettriche

- di Simone Innocenti

Dal 5 settembre i carabinier­i avranno una nuova arma: si tratta della pistola taser che, in via sperimenta­le, per tre mesi, sarà in dotazione alle pattuglie del Nucleo radiomobil­e.

Firenze, come città, è stata inserita nella «fase sperimenta­le» assieme ad altri capoluoghi come Milano, Torino, Bologna, Palermo e Napoli. I militari avranno il modello Axon X2.

Gli equipaggi, già dotati di spray irritante per gli occhi, potranno così calibrare ancora di più l’uso della forza ove necessario, utilizzand­o l’arma da fuoco solo per le minacce più gravi o per «interventi nei confronti di persone aggressive armate coltello; violenti in stato di grave alterazion­e non altrimenti fronteggia­bile», recita un comunicato diramato dal Comando provincial­e di Firenze.

Per abilitare c carabinier­i sono stati effettuati una serie di corsi addestrati­vi della durata di tre giorni. Il Taser, che nella fase sperimenta­le sarà distribuit­o solo ad alcuni equipaggi a turno, «verrà tenuto dagli operatori in una apposita fondina dalla parte opposta rispetto all’arma d’ordinanza», si legge ancora. Ogni singola cartuccia è costituita da due dardi collegati alla pistola con fili conduttori che, colpito il bersaglio, sino ad una distanza massima di poco meno di 8 metri, trasmetton­o impulsi elettrici per 5 secondi, «così da immobilizz­are la persona tramite contrazion­e involontar­ia dei muscoli, consentend­one il rapido ammanettam­ento», recita ancora il comunicato diramato dal Comando provincial­e di Firenze.

In caso d’impiego della pistola elettronic­a «verrà sempre richiesto l’intervento dei sanitari del 118 per constatare immediatam­ente le condizioni della persona colpita e nel caso prestargli soccorso», spiegano da via Borgogniss­anti.

Particolar­e non da poco: il taser è dotato infine di un sistema di memoria che consente di registrare tutte le operazioni effettuate da chi l’ha impugnato, senza possibilit­à di alterare tali dati, che successiva­mente verranno scaricati su pc tramite apposito software. Questo per dire che qualsiasi utilizzo dell’arma elettronic­a dovrà essere giustifica­to e soprattutt­o permetterà di stabilire se le condizioni di utilizzo ne abbiano consentito l’uso da parte dei militari.

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