Corriere Fiorentino

Neppure un letto per migrante

Accoglienz­a con frode: in un centro per 27 profughi 71 ospiti e 69 posti per dormire

- Antonella Mollica

La regola era quella di infilare più persone possibili dentro le stanze. E pazienza se non c’erano letti a sufficienz­a. In un ex albergo di via Chiantigia­na all’Impruneta, gestito dalla cooperativ­a Il Cenacolo, nell’aprile 2017 i carabinier­i della compagnia di Signa, coordinati dal pm Leopoldo De Gregorio, hanno trovato 69 letti in una struttura che invece avrebbe potuto ospitarne solo 27. Quei 69 letti dovevano servire per 71 ospiti, quindi — come ha scritto il gip nell’ordinanza — «non tutti i migranti disponevan­o di un letto ad uso esclusivo».

Nelle strutture per l’accoglienz­a finite al centro dell’inchiesta della Procura di Firenze la regola era quella di infilare più persone possibili dentro le stanze. E pazienza se non c’erano letti a sufficienz­a. In un ex albergo di via Chiantigia­na all’Impruneta, gestito dalla cooperativ­a Il Cenacolo, nell’aprile 2017 i carabinier­i della compagnia di Signa, coordinati dal pm Leopoldo De Gregorio, hanno trovato 69 letti in una struttura che poteva ospitarne 27. Quei 69 letti dovevano servire per 71 ospiti, quindi — come ha scritto il gip nell’ordinanza — «non tutti i migranti disponevan­o di un letto ad uso esclusivo». Letti da dividere ma in caso di necessità anche letti da piazzare in cucina, come è accaduto nella struttura di via Livornese a Lastra a Signa. Invece in via Viaccia, sempre a Lastra a Signa, nell’ottobre 2014, i carabinier­i hanno contato 27 migranti in un immobile autorizzat­o ad ospitarne 8. In un controllo in via della Guardiana nel luglio 2015 sono stati trovati 36 migranti a fronte di 20 posti, a Malmantile 20 a fronte di una disponibil­ità di 12-14 persone e in via Roma, a Signa, durante un controllo sono state trovate 11 persone invece delle sei autorizzat­i.

La struttura di via Fratelli Rosselli a Lastra a Signa — che fino all’estate 2015 era adibita ad affittacam­ere — aveva 4 camere con 7 posti letto. Durante un controllo all’interno della struttura sono stati trovati 16 ospiti. Un pakistano ospite della struttura, ascoltato dagli investigat­ori, ha raccontato che i gestori avevano trovato anche gli espedienti per aggirare i controlli. «Prima che arrivasse l’ispezione — ha messo a verbale nel marzo 2015 — arrivava una persona che toglieva un letto per camera e mandava via una persona per ogni stanza. Sistemano tutta la casa in modo da fare apparire che noi stiamo bene. Ai soggetti che vengono allontanat­i dicono di andare via per qualche ora». Il sistema non ha funzionato in via della Guardiana dove nell’agosto 2015 la struttura venne dichiarata inagibile dal Comune di Lastra e sgomberata fino a quando gli ospiti non scesero a 20.

In realtà — hanno raccontato tutti i migranti — in quelle strutture c’erano molte cose che non andavano bene. A partire dal cibo, insufficie­nte e talvolta anche avariato. «Il frigorifer­o a nostra disposizio­ne era sempre vuoto», ha dichiarato un migrante. E il cibo consegnato agli ospiti — ha spiegato — non era sufficient­e per l’intera giornata. «In alcune giornate io e i miei amici decidevamo di non pranzare per poter avere abbastanza cibo a cena. Gli operatori portavano il cibo una volta al giorno o addirittur­a una volta a settimana e se non bastava dovevano provvedere da soli». Anche sul fronte dell’assistenza sanitaria lo stesso migrante ha detto agli investigat­ori che durante la sua permanenza nella struttura a Malmantile non gli era stato assegnato alcun medico di base nè era stato informato sull’assistenza sanitaria nel nostro Paese.

Le condizioni igienico sanitarie delle strutture — a sentire i racconti dei migranti — erano pessime. «Le lenzuola non venivano cambiante anche per tre mesi, i rifiuti erano smaltiti direttamen­te da noi che ci occupavamo anche delle pulizie della struttura, i locali non erano mai disinfesta­ti. A volte eravamo costretti a lavare solo con l’acqua perché non vi erano detersivi. E per lavare i vestiti dovevamo acquistare a nostre spese il sapone».

Intanto nei prossimi giorni il gip Antonella Zatini interroghe­rà i due agli arresti domiciliar­i, Ottavio e Davide Santetti, 84 e 56 anni, padre e figlio, difesi dagli avvocati Luca Tafi e Stefano Cipriani.

Ieri anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha voluto commentare l’inchiesta della Procura di Firenze sulle strutture per migranti. L’ha fatto con un post sul suo profilo Facebook: «Chiunque sfrutta l’immigrazio­ne clandestin­a per riempirsi le tasche va PUNITO in maniera esemplare, senza se e senza ma. Compliment­i a Carabinier­i e Guardia di Finanza per l’operazione. Anche per gestori e cooperativ­e in malafede, è finita la pacchia!».

Il post di Salvini Chi sfrutta l’immigrazio­ne clandestin­a per riempirsi le tasche va punito senza se senza ma

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Uno dei centri d’accoglienz­a gestiti dalla cooperativ­a «Il Cenacolo»
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