L’invasione dei prosciutti (di carta)
In via Mazzetta addio alla scritta «macelleria». Da Borgo San Frediano dépliant ovunque
«Siamo partiti da via dei Neri ma il traguardo vero per noi sarà oltrepassare l’Arno». E l’Arno l’hanno oltrepassato. Nel quartiere più cool del mondo arrivano una prosciutteria e una «antica» pizzeria. Per pubblicizzare l’apertura della prima, giovedì sera l’Oltrarno è stato tappezzato con fette di prosciutto… di carta. Fiorentini e turisti le hanno trovate ovunque: sulle macchine, sui motorini, nelle buche delle lettere e davanti ad ogni abitazione. «Crudi e Bollicine», riporta il volantino ideato da «La Prosciutteria», verrà inaugurato oggi pomeriggio in Borgo San Frediano e proporrà prosciutti al coltello, taglieri, schiacciate, tartare di carne e carpacci provenienti da Montespertoli. «Speriamo che questa strada non si trasformi in una Borg’Unto 2», dicono i residenti pronti a dare battaglia, «anche legale», nel caso i clienti di «Crudi e Bollicine» invadano la strada per consumare schiacciate e pasti veloci.
Poche centinaia di metri più in là, in via Mazzetta, invece, al posto di una storica macelleria chiusa da almeno tre anni aprirà una pizzeria. I lavori di ristrutturazione del locale (dove sarebbe stato inserito anche un forno a legna) vanno avanti ormai da mesi ma sembra siano quasi arrivati alla fine. Dunque l’inaugurazione dovrebbe essere prossima.
«Vivo in via Santo Spirito da più di 40 anni e lì c’è sempre stata una macelleria — si arrabbia Maria — Dell’ennesima pizzeria non ne avevamo proprio bisogno visto che in meno di cento metri ce ne sono altre quattro». Palazzo Vecchio sta verificando se la pizzeria violi il regolamento Unesco, che vieta in tutto il centro storico, per tre anni, l’apertura di attività legate all’alimentari e alla somministrazione, e se sulla storica insegna — trasformata dall’oggi al domani da Macelleria in Antica Pizzeria — ci fosse una qualche forma di tutela da parte del Comune o da parte della soprintendenza. «Per l’Oltrarno è in atto un processo irreversibile — denunciano alcuni residenti che hanno deciso di organizzare una raccolta firme per riportare quella insegna allo stato originale — Ci chiediamo a cosa servano regolamenti e divieti se poi non cambia nulla».