«Palio straordinario». E Siena fibrilla
La proposta della giunta alle Contrade per i 100 anni della Grande Guerra: città divisa
Un Palio straordinario per il centenario della Grande Guerra? L’idea, sotto forma di delibera della giunta De Mossi, è di ieri pomeriggio: «Un Palio straordinario da dedicare alla Prima Guerra Mondiale quale principio ispiratore del recupero della memoria storica, intesa a valorizzare la cultura nazionale e la memoria popolare». In poche ore la città è già innervata da un misto di eccitazione e perplessità.
La notizia deflagra in città nel primo pomeriggio, quando all’albo pretorio del Comune compare una delibera della giunta guidata da Luigi De Mossi con un’idea inaspettata: «Effettuare un Palio straordinario da dedicare al Centenario della Prima Guerra Mondiale quale principio ispiratore del recupero della memoria storica, intesa a valorizzare la cultura nazionale e la memoria popolare». Bastano pochi fogli (perché altre comunicazioni ufficiali non arrivano) a provocare in città un misto di eccitazione e perplessità. Da una parte l’idea di correre un terzo Palio, quando ormai i giochi dell’anno erano fatti, manda in fibrillazione tutti, alimenta la passione delle Contrade e ingolosisce chi lavora con il turismo. Dall’altra, però, pesano le complessità, non solo logistiche, che comporta organizzare una carriera così, quasi a sorpresa (come si faceva abbastanza spesso molto tempo fa).
Facciamo ordine. La giunta ha approvato giovedì la proposta di Palio straordinario dell’associazione Assoarma pervenuta al Comune il 23 agosto; ora la parola passa al Magistrato delle Contrade e poi alle assemblee dei 17 popoli, chiamati ad esprimersi nei prossimi giorni, in contemporanea (non è obbligatorio, ma è prassi acquisita). Se almeno 10 Contrade diranno sì, il Consiglio comunale prenderà la decisione finale di correre (o no, ma sarebbe la sconfessione della giunta) il Palio. Ma quando? Sulla data non ci sono certezze, anche se la dedica fa pensare che si debba restare necessariamente entro il 2018. La macchina organizzativa prevede: sorteggio delle 10 Contrade che parteciperanno alla corsa, pre-visite veterinarie dei cavalli, allestimento della Piazza, assegnazione dei cavalli, prove e poi la carriera. «Realisticamente, per organizzare un Palio ci vuole almeno un mese — spiega l’ex sindaco Bruno Valentini — senza considerare le necessità di fare promozione nei tempi giusti per attirare turismo e benefici per l’economia». L’organizzazione, che è in capo al Comune, costa — continua Valentini — «tra 400 e 500 mila euro: solo ipotizzarlo significa che le risorse in bilancio ci sono. Anche se questa mi sembra una sorta di arma di distrazione di massa, utilizzata da una giunta che arranca». Polemica politica a parte, organizzare un Palio in autunno comporta molti altri problemi: scuole già aperte, giornate più corte, la variabile meteo che incombe. Le Contrade dovranno pensare a questo, oltre che alle strategie paliesche (chi favorisce un Palio in più?), quando saranno chiamate a votare. «Non credo che ci saranno le condizioni» si lascia andare l’assessore delegato alla giustizia paliesca, Alberto Tirelli. Si vedrà.
L’ultimo Palio straordinario fu quello del 9 settembre 2000, dedicato al Giubileo e vinto dalla Selva. Ma le Contrade sono state poi interpellate anche nel 2009 (a gennaio) in occasione dei settecento anni del «Costituto» del Comune, una sorta di Costituzione ante litteram: solo 4 risultarono favorevoli e non se ne fece di niente. In passato l’idea era già stata bocciata nel 1990 (in onore dei 750 anni dell’Università di Siena) e nel 1982 per la vittoria dell’Italia ai Mondiali di calcio.