«Erano troppi e noi non riuscivamo a intervenire»
«Ci eravamo accorti che nel nostro Comune c’era un’anomalia». A dirlo è il sindaco di Lastra a Signa, Angela Bagni. Sindaco cos’è che non tornava? «Parliamo del 2015, avevamo numeri di richiedenti asilo molto più alti rispetto ad altri Comuni vicini. La ripartizione in base al numero di abitanti non era rispettata».
E avete fatto controlli? Avete denunciato? «La denuncia non è partita da noi, ma quando le forze dell’ordine ci hanno chiamato in causa, abbiamo collaborato».
Dall’inchiesta emergono accuse pesantissime.
«Sulle responsabilità personali la giustizia farà il suo corso, ma è molto grave che qualcuno approfitti di questi poveri ragazzi...».
Non teme che quel che è successo sia un assist a chi dice che l’accoglienza è un business?
«Non ne farei un tema politico: come qui ci sono cooperative vicine al Pd, altrove ce ne sono vicine alla Lega. Chi sbaglia deve pagare, i migranti accolti non possono essere lasciati a se stessi».
Voi cosa avete fatto per l’integrazione?
«Collaborare coi centri d’accoglienza è difficilissimo. Ogni volta c’è un paletto normativo insormontabile. Avevamo un progetto per il decoro di Lastra a Signa, ma andava in contrasto con le norme sul lavoro. Siamo riusciti a coinvolgere soltanto 4, 5 migranti in un progetto col Consorzio di bonifica. Le stesse cooperative non sono preparate per queste attività».
Il governatore Rossi chiede che la gestione dei migranti torni a Regione e Comuni, non più alle prefetture.
«Se i migranti sono pochi, può essere un’opportunità. Ma se gli sbarchi tornassero tanti quanti un anno e mezzo fa, per un Comune piccolo diventerebbe impossibile gestire l’accoglienza».
Volevamo farli lavorare, non ci siamo riusciti a causa delle leggi