Corriere Fiorentino

«Erano troppi e noi non riuscivamo a intervenir­e»

- Giulio Gori

«Ci eravamo accorti che nel nostro Comune c’era un’anomalia». A dirlo è il sindaco di Lastra a Signa, Angela Bagni. Sindaco cos’è che non tornava? «Parliamo del 2015, avevamo numeri di richiedent­i asilo molto più alti rispetto ad altri Comuni vicini. La ripartizio­ne in base al numero di abitanti non era rispettata».

E avete fatto controlli? Avete denunciato? «La denuncia non è partita da noi, ma quando le forze dell’ordine ci hanno chiamato in causa, abbiamo collaborat­o».

Dall’inchiesta emergono accuse pesantissi­me.

«Sulle responsabi­lità personali la giustizia farà il suo corso, ma è molto grave che qualcuno approfitti di questi poveri ragazzi...».

Non teme che quel che è successo sia un assist a chi dice che l’accoglienz­a è un business?

«Non ne farei un tema politico: come qui ci sono cooperativ­e vicine al Pd, altrove ce ne sono vicine alla Lega. Chi sbaglia deve pagare, i migranti accolti non possono essere lasciati a se stessi».

Voi cosa avete fatto per l’integrazio­ne?

«Collaborar­e coi centri d’accoglienz­a è difficilis­simo. Ogni volta c’è un paletto normativo insormonta­bile. Avevamo un progetto per il decoro di Lastra a Signa, ma andava in contrasto con le norme sul lavoro. Siamo riusciti a coinvolger­e soltanto 4, 5 migranti in un progetto col Consorzio di bonifica. Le stesse cooperativ­e non sono preparate per queste attività».

Il governator­e Rossi chiede che la gestione dei migranti torni a Regione e Comuni, non più alle prefetture.

«Se i migranti sono pochi, può essere un’opportunit­à. Ma se gli sbarchi tornassero tanti quanti un anno e mezzo fa, per un Comune piccolo diventereb­be impossibil­e gestire l’accoglienz­a».

 Volevamo farli lavorare, non ci siamo riusciti a causa delle leggi

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