Corriere Fiorentino

L’ombra di Nostalghia

A Bagno Vignoni dove Tarkovskij, nel 1983, girò il suo capolavoro Tra la malinconia per la patria perduta e l’amore per una nuova terra che lo accoglie

- Di Marco Luceri

«Il cielo è pieno di nuvole bianche, leggere, simili ai disegni di un fuoco d’artificio. Le loro ombre scivolano sulle colline fondendosi con le ombre degli alberi. Questa alternanza di luce e di ombra sulla superficie liscia delle colline, che come onde del mare che si spingono l’una dopo l’altra fino all’orizzonte, sembra il respiro della vita stessa, il ritmo solenne della natura, pieno del frinire delle cicale e della luce abbagliant­e del sole nei momenti in cui spunta dalle nuvole. Questa terra arata di Toscana percorsa dalle ombre delle nuvole è bella quasi come sono i miei boschi, le mie colline, i miei campi, lontani, russi, antichi, irraggiung­ibili ed eterni».

Queste sono le righe che Andrej Tarkovskij scrisse nel racconto preparator­io di Nostalghia (1983), che il grande regista russo girò per buona parte nella nostra regione, i cui paesaggi egli vide attraverso lo sguardo di un «esule in patria come in esilio». L’anno prima Tarkovskij aveva deciso di non rimettere più piede in Unione Sovietica, in cui era sempre più malvisto e osteggiato (soprattutt­o dopo il boicottagg­io di Stalker, (1979), e di iniziare suo malgrado una vita da esule in giro per l’Europa, trovando per qualche tempo un porto sicuro in Italia e a Firenze (il Comune gli donò un appartamen­to a Palazzo Gianni-Lucchesini-Vegni in via San Niccolò). Quella che il regista russo dipinse nel film era quindi giocoforza una Toscana malinconic­a e ancestrale, una terra straniera in cui però poter traslare la tradizione spirituale di una Russia che la storia si era incaricata di cancellare, e perciò un possibile luogo in cui ritrovare se stesso come artista e come uomo.

La storia ha come protagonis­ta un poeta sovietico, Andrej Gorchakov, che giunge in Italia per scrivere la biografia di un compositor­e russo vissuto nel XVIII secolo, Andrej Sosnovskij. Insieme a lui è la sua interprete, la bella e irrequieta Eugenia.

Dopo aver visitato a Monterchi la cappella che custodisce la Madonna del parto di Piero della Francesca, i due fanno tappa a Bagno Vignoni, dove Gorchakov conosce il vecchio Domenico, un uomo ritenuto da tutti matto perché, vari anni

 Questa terra arata di Toscana è bella quasi come lo sono i miei boschi russi

 ??  ?? A sinistra Andrej Tarkovskij sul set. Dall’alto: una scena a Bagno Vignoni, Oleg Jankovskij nei panni del poeta Andrej Gorchacov e una scena a san Galgano
A sinistra Andrej Tarkovskij sul set. Dall’alto: una scena a Bagno Vignoni, Oleg Jankovskij nei panni del poeta Andrej Gorchacov e una scena a san Galgano
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Sul set
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