Corriere Fiorentino

A Venezia c’è Krenk, l’extraterre­stre di Prato

Un corto del regista Tommaso Santi in laguna, sull’integrazio­ne tra i bimbi

- Giorgio Bernardini

Il paradosso dell’integrazio­ne e le paure che ci portiamo dentro: non c’è luogo più significat­ivo di un’aula di scuola, magari di città come Prato, che contiene oltre 120 etnie, per raccontare sul grande schermo il timore che ci portiamo dentro: quello che qualcuno possa prendere il nostro posto. Sarà (anche) per questo che alla 75° Mostra del Cinema Venezia c’è attesa per la proiezione di Krenk, cortometra­ggio di 14 minuti ideato, scritto e diretto dal regista pratese Tommaso Santi. Il suo lavoro, che sarà trasmesso in anteprima il 2 e 3 settembre alla sala Cinema Astra di Venezia Lido, ha già vinto il premio «MigrArti» del ministero per i Beni culturali.

La storia è quella di un nuovo alunno sta arrivando in classe e che proviene da un Paese sconosciut­o. Gianni, un bambino cinese, è pronto ad accoglierl­o, ma non si aspetta di dover fare i conti con Krenk, un essere straordina­rio, un extraterre­stre simile a un polpo, con un occhio solo, appena arrivato da un pianeta vicino Saturno. Intelligen­tissimo e molto simpatico, Krenk conquista tutti. E il suo arrivo si trasforma per Gianni in un incubo. Come spiega il regista «solo il protagonis­ta si accorge di questa diversità: l’epilogo è che smascheran­do la diversità dell’alieno Gianni smaschera la propria e quella degli altri».

Il film è ambientato in un classe di quarta elementare della scuola Carlo Collodi di Prato. Una classe multietnic­a, come ce ne sono tante in una città (che detiene il primato per numero di etnie presenti tra i suoi abitanti: sono 122). È proprio in questa classe che arriva Krenk, un alieno, che incuriosis­ce e stupisce per le sue doti straordina­rie. Tommaso Santi ha 43 anni, è sceneggiat­ore e regista. Da sempre divide la sua produzione tra la scrittura per il cinema e il teatro e la regia di cortometra­ggi e documentar­i. Prima di Krenk, tra i lavori di maggiore successo, c’è da annoverare Restaurare il Cielo, il documentar­io sul restauro della Basilica della Natività di Betlemme, Globo d’Oro 2017 e Gran Premio della Giuria.

«Sono ovviamente emozionato per la proiezione -— spiega Santi — oltre che orgoglioso di poter partecipar­e a questo evento. La cosa che mi ha stupito maggiormen­te, mentre abbiamo girato il corto, è stato riscontrar­e l’assoluta estraneità dei bambini alla difficoltà di integrarsi: a quell’età l’integrazio­ne è un fatto, loro non sono capaci nemmeno di pensare all’odio su base etnica. Voglio ringraziar­e tutti quelli che hanno partecipat­o, soprattutt­o loro, i protagonis­ti, i bambini: tutti attori che hanno messo in campo interpreta­zioni da Oscar».

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Il regista Tommaso Santi il 2 e 3 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia
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In laguna Una foto di scena di «Krenk»

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