Corriere Fiorentino

Il rilancio di Scienze Politiche

Il presidente Puccini: così la Cesare Alfieri si rinnova nel legame con la sua tradizione

- Ermini, Nistri

In una lettera al Corriere Fiorentino il presidente Giusto Puccini spiega il programma di rilancio della Cesare Alfieri: è il ritorno della Scuola di Scienze Politiche alla tradizione degli studi internazio­nali nella interdisci­plinarietà che da sempre la contraddis­tingue. L’obiettivo è tornare ad essere una fabbrica di diplomatic­i.

Il tono è misurato, e le parole sono state scelte con attenzione per non provocare attriti. Però il testo che ci ha inviato il Professor Giusto Puccini è un vero e proprio manifesto programmat­ico per il rilancio di Scienze Politiche, con l’intento di recuperarn­e un prestigio che andava ben oltre i confini nazionali.

La lettera parla di tutto quello che già è stato fatto e di quello che si intende fare per cogliere l’obiettivo. Un’impresa tutt’altro che facile, ma che certamente merita un sostegno incondizio­nato. Per chi tra i nostri giovani vorrà ancora scommetter­e sulla «Cesare Alfieri» e per chi in passato l’ha fatta grande con il valore del suo insegnamen­to. E’ bene ricordare che dalle stanze di via Laura, la sede storica prima del trasloco nel polo di Novoli, è passata molta parte di una classe dirigente italiana degna di chiamarsi tale. E di cui il Paese è rimasto sciagurata­mente privo.

Nel 2012, con una serie di articoli impeccabil­i di Gaetano Cervone, sul «Corriere Fiorentino» cercammo di mettere a fuoco i motivi del declino di quella che era ancora la Facoltà fiorentina di Scienze Politiche (la riforma fu varata l’anno dopo). Uno dei motivi era molto evidente: lo squilibrio tra gli indirizzi di studio che penalizzav­a i filoni che da sempre avevano maggiormen­te contraddis­tinto l’ «Alfieri», e cioè quello internazio­nale e di scienza della politica, a tutto vantaggio del comparto sociologic­o. Non mancarono le polemiche. E ci fu anche chi pensò che l’intento del giornale fosse distruttiv­o. Non era così, naturalmen­te. E la sottolinea­tura che il Professor Puccini fa nella parte finale, sul laureato della Scuola che un anno fa ha vinto il concorso che gli ha aperto la via della carriera diplomatic­a, fa capire come la svolta fosse necessaria, visto che un tempo Firenze era la culla di tutta la nostra diplomazia. Un’alta tradizione di studi che rischiava di diventare solo memoria. Oggi insomma c’è una buona notizia. Per l’Università di Firenze, per la città e non solo. In bocca al lupo.

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