Corriere Fiorentino

Vertice Renzi-Lotti, in Toscana si cambia

«Per la segreteria Pd nome che unisce». Pescini si ritira, anche l’ex ministro in campo?

- Bonciani

Vertice a sorpresa fra Matteo Renzi e Luca Lotti. Oggetto del contendere, la segreteria toscana del Pd, per cui è in atto un rimescolam­ento delle carte e un cambio di strategia dei renziani. Il candidato di punta, Massimilia­no Pescini, si è ritirato. Lotti ha lanciato un appello all’unità chiedendo il passo indietro dei contendent­i, ma Federico Gelli (per ora) resta in campo. Si pensa a un nome unico per superare l’impasse: Giani, Danti, Marras o lo stesso Lotti

Ore decisive per la candidatur­a a segretario regionale del Pd e per l’unità dei dem. Ad accelerare sono i renziani doc dopo che Matteo Renzi e Luca Lotti si sono visti attorno all’ora di pranzo e dopo che Massimilia­no Pescini, per motivi personali, ha comunicato loro di non essere più disponibil­e a correre contro Federico Gelli. Risultato l’ex ministro ha lanciato un appello a fare un passo indietro a Gelli — «Il nemico non è in casa, serve unità» — ed oggi i renziani sono decisi a fare il nuovo nome del loro candidato, un nome di peso, forse lo stesso Lotti, se l’ex vice presidente della Regione non si ritirerà. E se Gelli risponde no, Valerio Fabiani, leader degli orlandiani, addirittur­a ufficializ­za la sua candidatur­a proprio dopo l’appello di Lotti.

La svolta è maturata dopo il faccia a faccia Renzi-Lotti e dalla necessità di evitare primarie che dividano il partito, atteso dalle difficili partite delle elezioni a sindaco di Firenze e Prato nella primavera 2019 e da quella regionale nel 2020. Il sindaco di San Casciano in Val di Pesa, che aveva dato la disponibil­ità se si fosse verificato un quadro ampiamente unitario, ieri si è chiamato fuori e la mossa di alzare la posta è diventata urgente. Contatti telefonici si sono incrociati per tutto il pomeriggio fino all’esternazio­ne di uno degli uomini di fiducia dell’ex premier e segretario nazionale, senza dubbio concordata con Renzi. «Per l’ennesima volta leggiamo sui quotidiani di polemiche, divisioni, scontri fratricidi dentro il Pd toscano. Credo che sia il momento della responsabi­lità e del buon senso. L’avversario non è in casa nostra, l’avversario è il fronte della Destra populista che sta mettendo in crisi l’Italia, dopo il “Buon Goderico verno” di questi anni e che punta a vincere a Prato, Firenze e in Toscana. Sono certo che li fermeremo — ha scritto Luca Lotti —. Fermiamoci tutti. Abbiamo bisogno di unità, non di polemiche. E di candidatur­e alla guida del Pd toscano che siano mosse dal desiderio di rilancio e non di acuire le divisioni». Azzeriamo tutto, insomma, niente divisioni ma un candidato unitario, forte, capace di convincere gli orlandiani ad appoggiare un renziano e a far fare a Fe- Gelli un passo indietro. I nomi dei renziani che circolano sono quelli di Luca Lotti, di Eugenio Giani (che però dovrebbe lasciare la presidenza del Consiglio), del capogruppo dem Leonardo Marras, gradito agli orlandiani, dell’europarlam­entare Nicola Danti e la volontà è di fare presto.

Resta però, per adesso, in lizza Federico Gelli, che ha detto ai suoi che il problema non è personale, ma di metodo ed idee, di quel cambiament­o di metodo e stile da cui è nata la richiesta di tanti affinché si candidasse. Se quello dell’uomo vicino a Renzi è un appello solo per farlo ritirare — ha sottolinea­to — non è un appello all’unità, ma un falso appello all’unità. «La mia candidatur­a nasce proprio per l’unità, da più anime trasversal­i del partito che hanno chiesto discontinu­ità e dialogo, non è mai stata “contro”. E spero che la mia candidatur­a unisca tutti in questa nuova stagione — commenta Gelli, dopo aver letto al nota di Lotti — Non ho deciso io la mia candidatur­a e sarà l’assemblea di coloro che l’hanno chiesta e mi appoggiano, la prossima settimana, a decidere». E correrà anche Valerio Fabiani: «Ho scelto di provare a dar voce alle battaglie in cui credo chiedendo, invano, un cambio di passo a livello regionale. Non intendo tirarmi indietro di fronte a questa sfida — ha scritto su Facebook — Nessun finto unanimismo o tattico accordicch­io di ceto politico o resa dei conti e faide interne al gruppo dirigente uscente. È necessario dire con chiarezza che occorre voltare pagina».

I passi indietro e i no Pescini ritira la sua candidatur­a: motivi personali. Mentre Gelli resiste: io unisco

Già oggi la scelta?

I renziani pensano a Giani, Marras, Danti o lo stesso Lotti per sgomberare il campo

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Matteo Renzi
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Luca Lotti
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Eugenio Giani
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Federico Gelli

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