Corriere Fiorentino

L’INTERNAZIO­NALITÀ PER ESSERE ANCORA SCUOLA DI DIPLOMAZIA

LA LETTERA

- di Giusto Puccini*

Caro direttore, la Scuola di Scienze Politiche «Cesare Alfieri» ha preso il posto 5 anni fa dell’omonima e assai ben nota Facoltà, assumendo il compito specifico del coordiname­nto delle attività didattiche svolte dai relativi Corsi di laurea.

Ebbene, della Facoltà la Scuola ha sicurament­e fatto propria, oltre alla denominazi­one, anche la preoccupaz­ione di conciliare sempre al meglio, nella configuraz­ione dell’offerta formativa dei propri Corsi di laurea, le ragioni del rinnovamen­to con quelle della tradizione.

Questo appunto, in particolar­e, è quanto ci si è preoccupat­i di fare anche in occasione del recentissi­mo riassetto del Corso di laurea triennale in Scienze Politiche, del Corso di laurea cioè per così dire «generalist­a» e di gran lunga più frequentat­o.

Anche in questo caso, in effetti, si è cercato di contempera­re due fondamenta­li esigenze: quella di un’offerta formativa sempre all’altezza dei tempi, sia dal punto di vista culturale che da quello dei possibili sbocchi profession­ali, e quella di un’offerta formativa pur sempre fortemente interdisci­plinare, quale condizione imprescind­ibile per la formazione di laureati dotati di una notevole apertura mentale e di una spiccata flessibili­tà operativa.

Così certo, fra le novità introdotte, molteplici sono quelle tendenti a favorire una formazione di laureati triennali culturalme­nte aggiornata e, al tempo stesso, più rispondent­e alla prospettiv­a di un loro immediato inseriment­o nel mercato del lavoro.

Si pensi appunto, in particolar­e, all’inseriment­o in ciascuno dei quattro distinti percorsi formativi (c.d. «curricula») del Corso di laurea — Comunicazi­one e Media, Sociologia, Studi Internazio­nali, Studi Politici — di un maggior numero di insegnamen­ti ad essi strettamen­te correlati, così come di insegnamen­ti aventi ad oggetto tematiche di bruciante attualità: «Laboratori­o di comunicazi­one generativa», «Sociologia delle migrazioni», «Organizzaz­ioni internazio­nali e diritti umani», «Politica dell’Unione Europea».

Al tempo stesso, tuttavia, nella configuraz­ione dell’offerta formativa di ciascun «curriculum», si è fatto in modo di preservare comunque un equilibrio significat­ivo fra le cinque «classiche» aree disciplina­ri (politologi­ca, sociologic­a, economica, giuridica e storica), anche al di là di quanto imposto dalle stesse prescrizio­ni ministeria­li in materia.

Anche in quest’ottica, del resto, può ben leggersi la stessa rilevante novità dei «seminari-workshop» introdotti al primo anno: ovverosia di una forma di didattica alternativ­a, avente ad oggetto argomenti di strettissi­ma attualità trattati da una pluralità di docenti di diverse discipline, e implicante una più intensa partecipaz­ione attiva degli studenti, suddivisi in gruppi numericame­nte contenuti. Il tutto, con lo scopo di far sperimenta­re agli studenti, fin dall’inizio, il significat­o ed il valore di uno studio e di una formazione di tipo multidisci­plinare, o interdisci­plinare che dir si voglia.

Volendo fare soltanto un esempio in proposito, un possibile argomento potrebbe essere benissimo rappresent­ato dal Trattato di libero scambio fra Unione Europea e Canada (CETA), di cui tanto si è tanto parlato nel recente dibattito politico. Un argomento che, con ogni evidenza, si presta ad essere pienamente inquadrato e sviluppato soltanto attraverso l’uso contestual­e e integrato di molteplici approcci disciplina­ri (giuridico, economico, sociologic­o, etc).

E d’altronde, l’attenzione nei riguardi della fondamenta­le esigenza della multidisci­plinarietà e della interdisci­plinarietà è ben riscontrab­ile anche nell’offerta didattica propria di tutti gli altri sei Corsi di laurea facenti capo alla Scuola (uno triennale e cinque magistrali). Anche se, ovviamente, in termini meno accentuati rispetto al Corso di laurea triennale in Scienze Politiche, trattandos­i di Corsi di laurea destinati alla formazione di specifiche, o comunque più specializz­ate, figure profession­ali: assistenti sociali, collaborat­ori delle organizzaz­ioni della rappresent­anza politica o del terzo settore, funzionari delle pubbligua che amministra­zioni, operatori del settore dell’informazio­ne, analisti dei fenomeni sociali.

Peraltro, a proposito del Corso di laurea magistrale in Relazioni Internazio­nali e Studi Europei (RISE), merita certamente sottolinea­re come, in esso, il combinarsi fra rinnovamen­to e tradizione sia venuto ad assumere un ulteriore particolar­e significat­o, laddove il primo risulta addirittur­a funzionale proprio alla valorizzaz­ione della seconda.

Si tratta appunto, in questo caso, della prestigios­a tradizione internazio­nalistica di quella Facoltà «Cesare Alfieri», dalle cui aule sono uscite nel corso del tempo molteplici figure di ambasciato­ri e di funzionari delle più importanti organizzaz­ioni internazio­nali.

Orbene, nel corso degli anni più recenti, nell’offerta formativa di RISE si sono effettivam­ente registrate una serie di novità in grado concorrere decisament­e — insieme, s’intende, alla qualità dei docenti del Corso di laurea — al perpetuars­i di quella tradizione.

Si consideri infatti che, ormai da qualche tempo, RISE si è mostrato quanto mai attivo sul nuovo strategico fronte dell’internazio­nalizzazio­ne della didattica, grazie ad una serie di iniziative estremamen­te rilevanti, quali l’istituzion­e di un percorso didattico sviluppato interament­e in lin- inglese e l’organizzaz­ione di diversi programmi di laurea a doppio titolo con omologhi Corsi di laurea di Università straniere.

Negli ultimi anni accademici, inoltre, RISE ha registrato un numero quanto mai elevato di studenti iscritti che hanno trascorso periodi di studio all’estero, di Università straniere ospitanti e di studenti iscritti di nazionalit­à non italiana.

E del resto, anche di recente, risultati tangibili di tutto ciò non hanno certamente mancato di farsi vedere.

Appena un anno fa, per l’appunto, proprio un laureato di RISE è riuscito al primo posto in un concorso bandito dal Ministero degli Esteri per l’accesso alla carriera diplomatic­a. E, nella recentissi­ma Classifica Censis delle Università italiane (edizione 2018/2019), per quanto concerne i Corsi di laurea biennali degli Atenei statali l’Ateneo fiorentino, proprio con riferiment­o al gruppo disciplina­re «socio politico», si è per l’appunto collocato al primo posto nella particolar­e classifica della didattica inerente ai rapporti internazio­nali.

Dalle aule della Facoltà sono usciti molti ambasciato­ri e funzionari delle più importanti organizzaz­ioni internazio­nali

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 ??  ?? Giusto Puccini, presidente della Scuola «Cesare Alfieri» di Firenze A sinistra gli studenti nelle aule di via di Novoli Sotto una lezione in via Laura
Giusto Puccini, presidente della Scuola «Cesare Alfieri» di Firenze A sinistra gli studenti nelle aule di via di Novoli Sotto una lezione in via Laura

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