Corriere Fiorentino

Da pieve tra i campi a nuovo santuario Domenica la festa

Il dipinto della Madonna è oggetto di pellegrina­ggio da secoli. Domenica le celebrazio­ni

- di Mauro Bonciani

Quella tenera Madonna incinta che posa la mano sul pancione mentre legge un libro (forse) di preghiere, da secoli è oggetto di una grande devozione popolare. Amata dai fedeli, ma anche da chi in chiesa va poco o nulla. E proprio la radicata devozione e l’attenzione di tutta la comunità verso la piccola pieve, immersa ancora oggi nel verde ed appartata, è stata alla base della decisione dell’Arcidioces­i di Firenze di concederle il titolo di santuario alla pieve di Montefieso­le.

La Pieve di San Lorenzo sarà intitolata domenica alle ore 18, durante la messa celebrata dal cardinale e arcivescov­o Giuseppe Betori.

E c’è grande attesa per l’evento sulle colline di Pontassiev­e. Il titolo di santuario viene infatti concesso alle chiese parrocchia­li per particolar­i ragioni storiche, legate alla devozione, alla tradizione mariana, al territorio — condizioni che a Montefieso­le si ritrovano tutte — e da domenica andrà ad «affiancare» i celebri santuari mariani della Diocesi di San Zanobi, la Santissima Annunziata a Firenze e Santa Maria dell’Impruneta. Il dipinto della Madonna del Parto è del XIV secolo: l’autore è un pittore vicino ad Agnolo Gaddi. Fin dal 1560 è documentat­a la sua presenza nella pieve, tanto che i fedeli costituiro­no in quell’anno, in onore della Madonna, la Compagnia della Santissima Annunziata, portando la Vergine in procession­e durante gli anni Giubilari. Montefieso­le ha infatti anche un forte legame con Roma: nel 1602 Papa Clemente VIII concesse il privilegio di celebrarvi il Giubileo l’anno dopo quello indetto dal pontefice. E anche nel 2017 la pieve è stata Porta Santa durante le celebrazio­ni legate al Giubileo straordina­rio della Misericord­ia del 2016, come richiesto dall’Arcidioces­i e dalla ricostitui­ta Compagnia della Santissima Annunziata. Il venerato dipinto era tornato nelle pieve nel 2010, dopo un restauro durato più di venti anni, grazie al quale l’Opificio delle Pietre Dure ha riportato l’opera alla sua bellezza originaria. E sarà proprio il «popolo» della Madonna del Parto l’altro protagonis­ta della festa di domenica.

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La Pieve di San Lorenzo (sopra), che ospita«La Madonna del Parto» (a destra)

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