E il derby Vespucci-Galilei trasloca dentro la Lega
Nel Carroccio la posizione pro-pista e i dubbi dei pisani
Ma il governo può davvero bloccare la costruzione della nuova pista di Peretola? Che sia sì o che sia no, la risposta passa dalla Lega. Perché se è noto che i Cinque Stelle sono contrari all’opera, meno scontato è come si muoverà il Carroccio. A Roma, dove il partito di Matteo Salvini esprime due dei tre sottosegretari del ministro M5S Danilo Toninelli, e anche in Toscana, dove dentro la Lega si confrontano due anime con visioni molto diverse.
Da una parte ci sono i favorevoli allo sviluppo del Vespucci, capitanati dal segretario regionale e senatore Manuel Vescovi; dall’altra i critici, guidati dal sindaco di Cascina Susanna Ceccardi, preoccupati dalle conseguenze che la crescita di Peretola potrebbe avere sul Galilei di Pisa in termini di traffico passeggeri. Sembra di rivedere il derby Firenze-Pisa che è andato in scena per anni e anni all’interno del Pd e prima ancora dei Ds, bloccando di fatto la possibilità di ampliare lo scalo fiorentino, ma tutti i leghisti negano in modo risoluto. «Ci sono sensibilità diverse e non è un mistero. Noi però siamo un partito che discute sì, ma poi decide», dicono i salviniani fautori della nuova pista. «Non è una questione di campanile», aggiungono i critici, che sollevano dubbi sul sistema aeroportuale regionale così come è ora disegnato nel Piano nazionale degli aeroporti. Nel documento approvato dal governo Renzi nell’agosto 2015 Pisa e Firenze sono considerate insieme come un polo aeroportuale «di rilevanza strategica». Ma il ministro Toninelli vuole rivedere il Piano e ha già fatto capire come intende procedere per la parte che riguarda la Toscana. «Per noi Pisa deve restare in pole position come scalo strategico», dichiarò nel luglio scorso in un’intervista al Tirreno. Una intervista che fu subito rilanciata su Facebook dal sindaco Ceccardi con questo commento: «Il Governo Lega-Cinque Stelle lavora in maniera coordinata e intelligente». I favorevoli alla nuova pista, invece, sono preoccupati dalle posizioni di Toninelli. «L’alternativa al potenziamento di Peretola è la sua dismissione, perché lo scalo così com’è non può restare», è il ragionamento che fanno i pro-pista del Carroccio, secondo cui il dualismo Firenze-Pisa è sbagliato perché «se chiude il Vespucci ci rimetterà anche il Galilei e ci guadagnerà Bologna».
Sono tutte riflessioni fatte a microfono spento, a dimostrazione di quanto sia delicata la questione per gli equilibri interni al Carroccio. La volontà di tutti, favorevoli e critici al potenziamento di Peretola, è infatti evitare polemiche pubbliche proprio nel momento in cui la Lega ha il vento in poppa anche in Toscana e inizia a lavorare sulle Amministrative del 2019 e sulle Regionali del 2020 (con la candidatura di Ceccardi a governatore già in campo).
Del resto, c’è un precedente che consiglia il basso profilo. Nel giugno scorso, poco dopo l’insediamento del governo Conte e i primi strali di Toninelli contro le grandi opere, il segretario Vescovi stoppò così gli alleati di governo: «Dopo 40 anni di discussioni, Peretola va ampliato». I leghisti pisani, che da lì a poco avrebbero conquistato il Municipio con Michele Conti (vicinissimo a Ceccardi), non la presero bene. E il giorno dopo dovette intervenire il deputato Claudio Borghi: «Pisa e Firenze per noi devono essere integrati in un unico sistema con un collegamento veloce: in modo da rendere Pisa un moderno scalo internazionale, e rendere Firenze un efficiente city airport modificando e potenziando la pista attuale con l’aggiunta di una pista di rullaggio, cancellando una volta per tutte l’attuale master plan». Le posizioni sono rimaste ferme a quello scambio.
Il segretario Vescovi guida i favorevoli allo sviluppo di Peretola, ma sulla costa c’è l’opposizione capitanata da Ceccardi