Corriere Fiorentino

Pd toscano nel caos, subito a rischio il ticket Gelli-Bonafè

- Paolo Ceccarelli

Il ticket che guiderà il Pd toscano è pronto, anzi no, non è mai esistito. Anzi sì, c’era un accordo di base però poi qualcuno ha alzato la posta. A quattro giorni dalla presentazi­one delle candidatur­e per il congresso regionale, tra i Democratic­i regna né più né meno il caos. L’ipotesi di un ticket tra l’europarlam­entare ultra-renziana Simona Bonafè e Federico Gelli, diventato l’uomo di riferiment­o dei renziani critici, sembra già saltata dopo neanche 24 ore. Il perché è difficile dirlo. «Luca Lotti ha messo il veto su Federico, non lo vuole né vicesegret­ario né presidente del partito: teme di perdere peso politico», attaccano i gelliani mettendo nel mirino il deputato, la cui alleanza con l’ex sottosegre­tario Antonello Giacomelli governa di fatto il partito in Toscana. «Falso, come è falso che a Gelli sia stato promesso uno di quei ruoli. Anche perché è stato lui a chiedere ben altro, e cioè garanzie personali e non politiche», ribattono i renzianiss­imi vicini a Lotti. E così è andata avanti la giornata di ieri dentro il Pd toscano. Telefonate, accuse e contro-accuse, voci di nuovi accordi possibili o un po’ surreali, come quello basato sulla promessa oggi di un posto a Gelli nella prossima giunta regionale.

(«Se continuiam­o a dare questo spettacolo, Federico potrà essere nominato assessore... dalla Lega» è la battuta non troppo scherzosa di un dirigente Pd). Il risultato è che renzianiss­imi e renziani critici sono ora ben più distanti del giorno prima dell’intervento di Matteo Renzi, che lunedì scorso ha incontrato Gelli per convincerl­o a lasciare la corsa e convergere su un candidato unitario dei renziani (Bonafé, appunto). «La candidatur­a di Gelli è più in campo di ieri», dicono agguerriti i sostenitor­i dell’ex deputato pisano. «E Bonafè resterà in campo anche se Federico si presenta», è la risposta arrivata in tarda serata dai renziani tendenza Lotti. «È incredibil­e come non ci si renda conto che il Pd sta barcolland­o sull’orlo di un precipizio, che può portarci diretti ad un altro bagno di sangue elettorale, l’ennesimo», commenta il consiglier­e regionale Andrea Pieroni (vicino a Enrico Letta), che invita a «chiudere la “fabbrica dei candidati”» e a fermare l’iter congressua­le. La sinistra del partito, che ha lanciato la candidatur­a di Valerio Fabiani, va all’attacco dei renziani. «Lo spettacolo che sta andando in scena sui giornali è pietoso», dice la consiglier­a regionale Alessandra Nardini. «Quella che un tempo era la Regione rossa ora rischiamo di consegnarl­a alla Lega».

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Luca Lotti, deputato e braccio destro di Matteo Renzi
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Federico Gelli, ex deputato

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