Le profezie di Houellebecq
Come una Cassandra dei giorni nostri ha anticipato nei suoi romanzi la crisi dell’Occidente Lo scrittore francese, autore di «Sottomissione», vince il Boccaccio: domani l’incontro col pubblico
Michel Houellebecq è un entomologo dell’Occidente, un grande protagonista della letteratura contemporanea. E poco importa se nel suo romanzo d’esordio (Estensione del dominio della lotta, Bompiani 2001, in Francia pubblicato nel 1994) lui scriveva, riferendosi a se stesso: La scrittura è tutt’altro che un sollievo. La scrittura rievoca, precisa... Che contrasto con il potere assoluto e miracoloso della lettura. Una vita intera a leggere avrebbe esaudito i miei desideri. Poco importa perché è la sua scrittura analitica e puntuale, esasperante e angosciosa che, accendendo dibattiti densi di polemica, ha cambiato il modo di percepire il mondo dei suoi lettori.
Anzi ha fornito loro una chiave per arrivare — con lui e prima degli altri — a sapere cosa stava accadendo in Occidente. Houellebecq è un precursore, una Cassandra che anticipa sventure e resta inascoltata. Tacciato ora di islamofobia, ora di misoginia, o razzismo, domani riceverà il premio Boccaccio per la narrativa internazionale perché è tutta la sua storia di romanziere a essere costellata di anticipazioni sconvolgenti. L’ultimo romanzo — se ne è parlato tanto quando è uscito in Francia — s’intitola Soumission (Sottomissione in Italia, Bompiani). Qualcuno lo ha derubricato come una fiction di fantapolitica. Ma, presente in libreria dal 7 gennaio del 2015, il giorno dell’attentato a Charlie Hebdo, racconta la progressiva sottomissione dell’intellighenzia parigina all’Islam. Questa è la trama: un professore universitario vive in una Parigi sconvolta dalla vittoria alle elezioni della lista dei Fratelli Musulmani. Si trova spiazzato, poi, durante un colloquio con il rettore, gli si prospetta la possibilità di diventare musulmano. Condizione necessaria per mantenere la cattedra perché in Francia i Fratelli musulmani si muovono con strategica intelligenza e prima di occupare posti chiave dell’economia e della politica è l’istruzione che vogliono controllare. Il nostro accetterà, senza lacerazioni apparenti. In fondo, per lui che in fatto di sesso e di donne è un imbranato, gli si spalanca la possibilità di diventare anche poligamo. Politicamente scorretto? Certo. Come tutti i suoi libri. Profetico? Certo, ancora una volta. Pochi mesi dopo, sempre a Parigi, ci sarebbe stato l’attentato al Bataclan. Il divieto del velo, antecedente di cinque anni è un antidoto che fa quasi sorridere. Sappiamo che non è negando l’identità che si crea comunità.
Chissà cosa starà scrivendo oggi dell’Europa travolta dai nazionalismi. Sensibilità spiccatissima sepolta sotto cumuli di cinismo, — forse condizionati da un’infanzia tanto tormentata da rinunciare al cognome dei genitori per presentarsi al mondo con quel Houellebcq mutuato dalla nonna — lui vede al buio. Quando noi brancoliamo. Estensione del dominio della lotta è, agli inizi degli anni ‘90, la rappresentazione plastica della solitudine dell’uomo d’occidente: un buon lavoro, un’apparente stabilità — incombenze quotidiane, dal bancomat alle tasse da pagare, svolte senza batter ciglio — per una vita sentimentale disastrosa (non una comunità di amici degna di questo nome, non una vera donna accanto). Con un’intuizione, anche qui, geniale. L’aver capito che la società della competizione vince quando estende i criteri della contesa economica e sociale a quelli del sesso: l’amore ridotto a compravendita e chi non conta nella società se ne vergogna tanto da rinunciare a condividere questa vergogna con un oggetto d’amore.
Passa qualche anno e nel 1998 Houellebecq pubblica il suo Particules élémentaires (Particelle elementari Bompiani 1999): Michel e Bruno sono l’uno l’alter ego dell’altro. Il primo è un biologo che sogna di clonare gli umani, il secondo un insegnante morbosamente interessato al sesso. Ancora l’atroce consapevolezza di essere parte di una società malata. Ma attenzione questi due temi interpretati da due tipi umani saranno i presupposti su cui fonderà i successivi romanzi. Il primo, del 2001, è Plateforme (in Italia, sempre per Bompiani, arriva nel 2003 con il titolo Piattaforma. Nel centro del mondo). Sancisce il suo successo planetario con una storia di turismo sessuale in Thailandia che lascia spazio anche a un amore tenerissimo. Il bisogno primario dell’erotismo lascia il posto al sogno della clonazione degli umani che trova voce in La Possibilité d’une île 2005 (In Italia La possibilità di un’isola sempre 2005 sempre Bompiani) in cui un uomo capace di condividere il suo tempo solo con il suo cane (anche qui ci aveva visto giusto?) cercherà di rendere eterno questo «amore» replicando la vita sua e del suo cane, attraverso la clonazione. Più e più volte.Vivendo più vite, come un’isola. Subito prima di Sottomissione arriva La carte et le territoire, 2010 (esce in Italia lo stesso anno come La carta e il territorio): qui a essere sottoposto alla lente d’ingrandimento di Houellebcq è il mondo dell’arte contemporanea. Dove tutto è marcio e dove si consuma anche l’omicidio dello scrittore.
Visioni
Il romanzo in cui prevedeva la resa dell’intellighenzia parigina ai Fratelli musulmani è uscito in Francia nello stesso giorno dell’attentato a «Charlie Hebdo». E gli è valso un’accusa di razzismo e islamofobia