Un corteo per San Marco E 18 mila firme in Vaticano
Domattina manifestazione contro la chiusura, mercoledì il viaggio in Vaticano
Una manifestazione, domattina, per le strade del centro contro la chiusura del convento di San Marco, con tanto di striscioni. E mercoledì una visita in Vaticano per consegnare al Papa le 18 mila firme raccolte in questi mesi.
Domani scenderanno in piazza per protestare contro la chiusura del convento di San Marco. E mercoledì andranno a Roma per consegnare a Papa Francesco la petizione, firmata da 18 mila persone, con cui si chiede di salvare quella che fu la casa di Savonarola, del Beato Angelico e del «sindaco santo» Giorgio La Pira. No, gli «Amici di San Marco», il gruppo che si è mobilitato in difesa del convento, non si arrendono davanti alla decisione presa nei mesi scorsi dall’Ordine dei Domenicani.
Il primo appuntamento è per domani alle 10,30 in piazza San Marco, da dove partirà un corteo che si snoderà per le strade del centro storico facendo tappa davanti alla sede della Curia per poi concludersi alla chiesa di San Procolo, dove negli anni Trenta La Pira organizzava le «messe dei poveri». Con tanto di striscioni come in un corteo sindacale o politico e regolare autorizzazione della questura, tengono a sottolineare gli organizzatori.
«Sì, abbiamo preparato alcuni striscioni che evidenziano il rapporto tra il convento e il “sindaco santo”, Sant’Antonino e Savonarola», dice Bash D’Abramo dell’associazione «Beato Angelico per il Rinascimento», impegnata insieme a molte persone — tra cui il filosofo Massimo Cacciari, il giornalista di Repubblica Corrado Augias e lo storico delle religioni Silvio Calzolari, il promotore della petizione online — a scongiurare la soppressione del convento.
La loro battaglia però non si fermerà qui. Mercoledì una delegazione degli «Amici di San Marco» raggiungerà il Vaticano per consegnare nelle mani del Pontefice le firme raccolte in tutto il mondo contro la chiusura del convento e diretta proprio a Bergoglio. «Soltanto il Papa può a questo punto cambiare la situazione annullando il decreto di soppressione del convento. Per questo abbiamo chiesto a Bergoglio anche un’udienza privata», spiega D’Abramo.
La chiusura, che era nell’aria da tempo, è stata sancita da un ordine firmato dal generale dell’ordine dei Domenicani Bruno Cadorè nel maggio scorso, dopo una valutazione sugli ingenti costi di gestione del convento a fronte dei pochi monaci rimasti. La chiesa di San Marco invece resterà aperta e sarà amministrata dai frati di Santa Maria Novella, ma gli «amici di San Marco» temono che la soppressione del convento ne scoraggi la frequentazione da parte dei fedeli. Così come non chiuderà i battenti il museo di San Marco.
«La chiusura è stata decisa in fretta e per di più è stata comunicata quando già era estate — dice D’Abramo — Non so se dietro a questa tempistica ci sia la volontà di far cadere tutto velocemente nel dimenticatoio, ma di sicuro noi non molliamo. Ci siamo organizzati e domani sfiliamo per il centro per sensibilizzare i fedeli, le autorità politiche e l’opinione pubblica».
L’incontro con Bergoglio arriva invece dopo l’appello lanciato al Pontefice a luglio, dopo il primo passo verso la beatificazione di La Pira, con la decisione del Santo Padre di dare il via libera al decreto che riconosce le «eroiche virtù» dell’ex sindaco di Firenze, e lo ha reso Venerabile per i fedeli.
L’incontro
«Solo Bergoglio può cambiare la situazione, per questo gli abbiamo chiesto udienza»