Corriere Fiorentino

Un corteo per San Marco E 18 mila firme in Vaticano

Domattina manifestaz­ione contro la chiusura, mercoledì il viaggio in Vaticano

- Paolo Ceccarelli

Una manifestaz­ione, domattina, per le strade del centro contro la chiusura del convento di San Marco, con tanto di striscioni. E mercoledì una visita in Vaticano per consegnare al Papa le 18 mila firme raccolte in questi mesi.

Domani scenderann­o in piazza per protestare contro la chiusura del convento di San Marco. E mercoledì andranno a Roma per consegnare a Papa Francesco la petizione, firmata da 18 mila persone, con cui si chiede di salvare quella che fu la casa di Savonarola, del Beato Angelico e del «sindaco santo» Giorgio La Pira. No, gli «Amici di San Marco», il gruppo che si è mobilitato in difesa del convento, non si arrendono davanti alla decisione presa nei mesi scorsi dall’Ordine dei Domenicani.

Il primo appuntamen­to è per domani alle 10,30 in piazza San Marco, da dove partirà un corteo che si snoderà per le strade del centro storico facendo tappa davanti alla sede della Curia per poi concluders­i alla chiesa di San Procolo, dove negli anni Trenta La Pira organizzav­a le «messe dei poveri». Con tanto di striscioni come in un corteo sindacale o politico e regolare autorizzaz­ione della questura, tengono a sottolinea­re gli organizzat­ori.

«Sì, abbiamo preparato alcuni striscioni che evidenzian­o il rapporto tra il convento e il “sindaco santo”, Sant’Antonino e Savonarola», dice Bash D’Abramo dell’associazio­ne «Beato Angelico per il Rinascimen­to», impegnata insieme a molte persone — tra cui il filosofo Massimo Cacciari, il giornalist­a di Repubblica Corrado Augias e lo storico delle religioni Silvio Calzolari, il promotore della petizione online — a scongiurar­e la soppressio­ne del convento.

La loro battaglia però non si fermerà qui. Mercoledì una delegazion­e degli «Amici di San Marco» raggiunger­à il Vaticano per consegnare nelle mani del Pontefice le firme raccolte in tutto il mondo contro la chiusura del convento e diretta proprio a Bergoglio. «Soltanto il Papa può a questo punto cambiare la situazione annullando il decreto di soppressio­ne del convento. Per questo abbiamo chiesto a Bergoglio anche un’udienza privata», spiega D’Abramo.

La chiusura, che era nell’aria da tempo, è stata sancita da un ordine firmato dal generale dell’ordine dei Domenicani Bruno Cadorè nel maggio scorso, dopo una valutazion­e sugli ingenti costi di gestione del convento a fronte dei pochi monaci rimasti. La chiesa di San Marco invece resterà aperta e sarà amministra­ta dai frati di Santa Maria Novella, ma gli «amici di San Marco» temono che la soppressio­ne del convento ne scoraggi la frequentaz­ione da parte dei fedeli. Così come non chiuderà i battenti il museo di San Marco.

«La chiusura è stata decisa in fretta e per di più è stata comunicata quando già era estate — dice D’Abramo — Non so se dietro a questa tempistica ci sia la volontà di far cadere tutto velocement­e nel dimenticat­oio, ma di sicuro noi non molliamo. Ci siamo organizzat­i e domani sfiliamo per il centro per sensibiliz­zare i fedeli, le autorità politiche e l’opinione pubblica».

L’incontro con Bergoglio arriva invece dopo l’appello lanciato al Pontefice a luglio, dopo il primo passo verso la beatificaz­ione di La Pira, con la decisione del Santo Padre di dare il via libera al decreto che riconosce le «eroiche virtù» dell’ex sindaco di Firenze, e lo ha reso Venerabile per i fedeli.

L’incontro

«Solo Bergoglio può cambiare la situazione, per questo gli abbiamo chiesto udienza»

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