Badia Fiorentina, festa per il restauro dei due chiostri
L’attuale presenza dei monaci di Gerusalemme nell’antica Badia fiorentina sembra rispettare ancora, dopo mille anni, la volontà della fondatrice, la marchesa Willa di Toscana, che nel 978 ne promosse l’edificazione. Questa comunità — composta da 4 frati e 15 religiose, animata dal motto ora et labora — da 20 anni svolge a Firenze e per Firenze un’opera molteplice, educando moralmente, promuovendo socialmente, stimolando sul piano della ricerca culturale. Fu il cardinale Silvano Piovanelli, nel settembre del 1998, ad accogliere le Fraternità monastiche e a consegnare nelle loro mani, e alle loro cure, quella che i fiorentini chiamano «la chiesa del venerabile Giorgio la Pira». Ieri il priore fr. AntonineEmmanuel, insieme ai suoi confratelli e consorelle, ha festeggiato i 20 anni alla Badia con una messa celebrata dal cardinale Giuseppe Betori (del quale, proprio ieri, ricorrevano i 10 anni dalla nomina ad arcivescovo di Firenze) e, nel pomeriggio, con l’apertura del convento alla città per la conclusione dei lavori che hanno riguardato il chiostro Pandolfini e il chiostro degli Aranci. Un restauro che ha rimesso a nuovo le pareti, le volte, le colonne e il giardino, e che ora prosegue sul ciclo di affreschi sulla vita di San Benedetto. «In futuro — dice fr. Antoine-Emmanuel — ci piacerebbe aprire per più giorni, a fiorentini e turisti, il chiostro degli Aranci (visitabile ora solo il lunedì dalle 15 alle 18, ndr) perché tutti possano beneficiare di questa bellezza». I monaci di Gerusalemme, ieri, hanno voluto premiare la scuola Marco Polo dell’Isolotto, l’Istituto di restauro Spinelli e il dipartimento di Architettura perché stanno collaborando ai lavori di restauro. «Come i monaci, tornati a vivere nel cuore di Firenze, dobbiamo fare in modo che anche residenti, università e centri culturali tornino in centro», l’auspicio del sindaco Dario Nardella, presente ai festeggiamenti.