Corriere Fiorentino

«Così togliamo opportunit­à ai più giovani»

- Edoardo Semmola

Professor Riccardo Del Punta, ordinario di Diritto del Lavoro alla Facoltà di Giurisprud­enza di Firenze, lei è favorevole o contrario alla proposta del governo di vietare le aperture domenicali nella grande distribuzi­one?

«Sono contrario. Indietro non si deve tornare. Il percorso è tracciato, la direzione è chiara e questa evoluzione non va ostacolata, caso mai accompagna­ta».

Ah, quindi è una «evoluzione». «Ne esistono tante altre di situazioni di lavoro domenicale e per i giovani all’inizio del loro percorso profession­ale è un’occasione di lavoro in più. Deliberare la chiusura obbligator­ia sul piano delle occasioni occupazion­ali non è certo una novità positiva».

C’è chi ci vede una forma di sfruttamen­to...

«I giovani li sfrutti se non li paghi quanto devi, non se decidi quando possono o non possono lavorare. Il problema dello sfruttamen­to non si risolve certo non-impiegando le persone».

Dal punto di vista del diritto del lavoro, qual è il punto chiave della discussion­e?

«C’è una vecchia giurisprud­enza della Cassazione che obbliga a una maggiorazi­one del salario nei festivi, a seconda dei vari contratti collettivi. Il punto è fidarsi o meno di come questi contratti vengono applicati».

Ci dobbiamo fidare?

«È rischioso. Molte catene tendono comunque a risparmiar­e il più possibile e cercano il modo di farlo».

Ecco dunque che torniamo al problema dello sfruttamen­to.

«La parola sfruttamen­to è una semplifica­zione linguistic­a ingiustifi­cata

 Obbligare a chiudere la domenica riduce gli spazi di occupazion­e per i giovani Il problema è pagarli bene e non decidere quando possono lavorare

di questo ministro»

Dice anche che il lavoro domenicale distrugge le famiglie.

«Magari le famiglie che lavorano nella piccola distribuzi­one avranno un danno. Ma tutte le altre un maggiore agio negli acquisti».

Torniamo al tema dei contratti... «Sono molto favorevole ai “contratti weekend”: permettono occasioni di lavoro per giovani altrimenti inattivi. In seconda ipotesi si può optare per gli straordina­ri festivi, e si sa quanto gli straordina­ri facciano comodo».

La Cgil sposa l’idea di Di Maio.

«La classica posizione della Cgil. Di retroguard­ia. Fossi in loro mi preoccuper­ei di far regolament­are bene queste ipotesi di contratto. Altrimenti buttiamo via il bambino con l’acqua sporca e non si fa certo un favore al mercato del lavoro dei giovani, che già faticano tanto».

I sindacati dovrebbero preoccupar­si dei diritti...

«Vogliamo fare gli schizzinos­i in un mercato del lavoro come quello italiano?»

Quindi dovremmo puntare verso modelli esteri?

«Quello anglosasso­ne, con i negozi aperti 24 ore su 24, senza regole, è forse troppo diverso dal nostro. Però una certa evoluzione anche del nostro, in quella direzione, è imposta dal mutamento naturale delle cose».

Anche il ministro punta sul tema dei diritti come freccia al proprio arco.

«Noto che Di Maio si occupa molto dei diritti ma poco di favorire le dinamiche produttive».

 Indietro non si torna L’evoluzione deve essere accompagna­ta e non ostacolata Mi pare che Di Maio si occupi tanto di diritti e non di favorire l’economia

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Riccardo Del Punta
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Riccardo Del Punta

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