Maglia viola e le Chiavi a Michael Bay
Sarà Sant’Ambrogio a beneficiare del mezzo milione di euro che il set di Netflix porterà in città, tra donazione e tasse per il suolo pubblico. Il sindaco Nardella ha deciso che userà i soldi di «Six Underground» per il restyling degli interni del mercato. E ha donato al regista Michael Bay le Chiavi della città e la maglia della Fiorentina.
Sant’Ambrogio ringrazia Netflix: è ai lavori di ristrutturazione degli interni del mercato che saranno destinati i 500 mila euro che tra donazione e oboli la produzione del film Six Underground donerà alla città «per la gradita ospitalità». Il sindaco Dario Nardella ha scelto il mercato di Sant’Ambrogio come beneficiario dei dollari di Hollywood. Mentre la vicesindaco Cristina Giachi omaggiava il regista del film attualmente in lavorazione nelle nostre strade, Michael Bay, con le Chiavi della città «per aver mostrato la culla del Rinascimento a una velocità mai vista», testuali parole della motivazione ufficiale non senza una punta di ironia: Firenze in Six Underground apparirà per 17 minuti di inseguimento a tutta sgommata. «Ormai è prassi — ha commentato Giachi — quella di consegnare le chiavi ai registi delle grandi produzioni che scelgono Firenze per i loro set». Sottolineando «il forte valore sul piano industriale cinematografico» dell’operazione Netflix, ricordando come questo film porterà in Italia 90 milioni di ricaduta, la stessa cifra che l’intero comparto cinematografico nazionale realizza in un anno. Un milione e mezzo è l’indotto per Firenze, oltre ai 40 posti di lavoro per un mese che hanno visto coinvolgere maestranze toscane. «Firenze non ha bisogno di ulteriore promozione, lo sappiamo — ha aggiunto Giachi — ma ha bisogno di stare al passo coi tempi». Al regista, sono piaciute molto le chiarine il cui suono ha accompagnato la sua entrata nella sala di Leone X di Palazzo Vecchio. Ha fatto capire che se ne sarebbe portata volentieri una a casa: «In California non ne abbiamo»». Invece gli hanno regalato la maglietta della Fiorentina col suo nome. Anche lui si è reso conto dei disagi che il set ha creato alla viabilità: «Capisco sia fastidioso, ma non abbiamo scalfito nemmeno una singola pietra del Duomo o degli Uffizi».