Corriere Fiorentino

Renzi in aula: «Basta con le fake news, ora denuncio»

Ascoltato al processo contro Maiorano. «In Provincia nessuna spesa pazza, è tutto tracciato»

- Valentina Marotta

«Ora inizia la fase di tolleranza zero». È battaglier­o più che mai l’ex premier Matteo Renzi, quando esce dall’aula 3 dove ha testimonia­to al processo contro Alessandro Maiorano, l’ex dipendente del Comune di Firenze che lo accusa di «spese pazze» all’epoca in cui era alla guida della Provincia. «Sono circondato da centinaia di frasi false, offese, insulti, dichiarazi­oni che assomiglia­no più a fake news che alla realtà. Adesso basta, comincerò a chiedere risarcimen­ti. In questo caso devolverò l’eventuale indennizzo all’ospedale Meyer». Battuta pronta, Renzi abbandona il palazzo di giustizia al fianco del suo legale Federico Bagattini. Cammina spedito e continua a ignorare insulti irripetibi­li e provocazio­ni urlate nei corridoi da Maiorano («Con quali soldi hai comprato la villa? Racconta della casa in via Alfani») ma anche in aula tanto da essere ammonito e poi allontanat­o per due volte dal giudice Laura Bonelli. Sono le 13.26 quando il pubblico di giornalist­i, avvocati e curiosi sciama verso l’uscita mentre nell’aula ritorna la calma e inizia un altro processo.

Era stato l’ex premier a denunciare per diffamazio­ne Alessandro Maiorano nel 2013. «Renzi ha speso 20 milioni di euro da presidente della Provincia pagati dai contribuen­ti» aveva dichiarato l’ex dipendente comunale in alcune interviste rilasciate a quotidiani e siti on line. Non solo. Aveva stampato quella frase anche su 5 mila magliette. «Una campagna denigrator­ia» per la Procura che aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per Maiorano con l’accusa di diffamazio­ne. Al processo, Renzi per quattro volte non si era presentato a testimonia­re, impedito da impegni istituzion­ali. Ieri, alle 11.30 varca la porte del tribunale. Poi per due ore risponde alle domande dell’avvocato Carlo Taormina, difensore di Maiorano. «Agimmo con la massima trasparenz­a, usavamo carte di credito e ogni spesa era verificata dai dirigenti della Provincia. Abbiamo superato i controlli del Mef e della Corte dei conti. Mi hanno controllat­o anche le calze», ironizza Renzi. Quando il legale ha chiesto spiegazion­i sulle spese per la manifestaz­ione de «Il Genio Fiorentino» e sugli investimen­ti nella Fondazione Strozzi per l’organizzaz­ione di mostre, lui ha replicato «sono orgoglioso di quelle operazioni culturali che sono state fondamenta­li per Firenze». L’avvocato incalza con domande sull’impiego di 100 mila euro per una mostra sulla Pimpa del vignettist­a Altan ma il pm Massimo Bonfiglio protesta: «Basta, Renzi non è imputato di peculato. È Maiorano che è sotto processo per diffamazio­ne».

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Matteo Renzi ieri mattina in tribunale al processo contro Maiorano

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