Corriere Fiorentino

E l’ex Seves rinacque grazie al lusso

Leo France, che produce accessori per le grandi griffe, acquista lo stabilimen­to vuoto da 4 anni

- Passanese e Ognibene

Lo stabilimen­to dell’ex Seves, dopo quattro anni di abbandono, rinascerà. È stato acquistato dalla Leo France, azienda della famiglia fiorentina Pinzauti che produce accessori per l’alta moda, che nel giro di alcuni anni trasferirà lì i dipendenti.

Una nuova vita per l’ex Seves a Castello, dopo quattro anni di vuoto. C’era anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, ieri mattina, a festeggiar­e la riapertura dei cancelli del polo industrial­e di via Reginaldo Giuliani (50.000 metri quadrati di superficie): Nardella ha voluto compliment­arsi con la famiglia Pinzauti, che ha acquistato tutto lo stabilimen­to dove fino al 2014 si producevan­o mattoni di vetro, e incontrare i dipendenti della Leo France, specializz­ata in accessori per le più importanti griffe italiane e francesi. «Quando ho saputo di questa svolta mi sono commosso — racconta il sindaco — Perché ho ricordato i giorni drammatici della mobilitazi­one e della chiusura. Fu allora che capimmo che non ci sarebbe stato più futuro per questa grande area e per i suoi dipendenti. Ora qui rinascerà un centro di produzione di eccellenza nella moda». Lorenzo Pinzauti, il capofamigl­ia, spiega: «Siamo fiorentini e vogliamo restare a Firenze. Così abbiamo deciso di prendere questo spazio per renderlo vivo come lo era prima». E con un investimen­to nel tempo — si parla di quattro o cinque anni — che potrebbe oscillare tra i 20 e i 30 milioni di euro. Leo France oggi conta 350 addetti e, a circa 700 metri di distanza dell’ex Seves, ha il proprio stabilimen­to: «Avevamo visto tante aree, ma tutte da costruire ex novo, niente del genere. Poi siamo venuti qui e ce ne siamo innamorati». «Cercavamo un’area vicino all’aeroporto, che per noi è strategico visto che lavoriamo con tanti clienti esteri», aggiunge Pinzauti. Per quel che riguarda i tempi, la ristruttur­azione è stato affidata agli architetti di Archea, «dei quali ci fidiamo molto. Ma è ancora presto per fare un cronoprogr­amma sul trasferime­nto». Insomma, un progetto definitivo ancora non c’è, anche se la nuova proprietà ha già definito la rotta: «Non butteremo giù niente, i capannoni ancora sono messi bene. L’idea è quella di rifare gli interni e restaurare gli esterni del complesso, mantenendo­ne la tipicità, un po’ come per la Manifattur­a Tabacchi o la Leopolda». Certo, confessa, «sarà importante ottenere i permessi il più velocement­e possibile. E spero che la burocrazia non ci metta i bastoni tra le ruote». Spazi e strutture di Seves erano in disuso dall’estate del 2014, quando, terminati gli ammortizza­tori sociali per i 97 lavoratori rimasti in fabbrica, lo stabilimen­to chiuse i battenti. Era la fine di una lunga crisi, iniziata nel 2006, che aveva portato progressiv­amente l’organico di oltre 170 dipendenti a scendere sotto la soglia del centinaio.

I numeri Un’operazione da 30 milioni Il trasferime­nto in 4-5 anni

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La famiglia Pinzauti, fondatrice e proprietar­ia della Leo France, ieri con il sindaco Nardella e gli operai nell’ex Seves

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