La prima notte in chiesa dei migranti di Vicofaro
Materassi accanto all’altare dopo la chiusura del centro. Don Biancalani: noi non molliamo
«Noi non molliamo», ripete don Massimo Biancalani, mentre alle 17 di ieri, alle sue spalle, cominciano a sfilare i primi migranti con i materassi. Trasportano il necessario per riposare dalla canonica al matroneo della chiesa. Un’assemblea cittadina, convocata per stasera nella parrocchia di Vicofaro, è l’ultima mossa del parroco. Che nella lunga partita a scacchi con il Comune e la Diocesi, sceglie l’arrocco.
Il prete, destinatario martedì di un’ordinanza comunale di chiusura del centro in cui accoglie migranti, si è riunito con un pool di tre avvocati — due del foro di Pistoia e uno di Prato — per decidere la strategia legale da attuare con l’intento di vanificare l’atto: «Vogliamo impugnare questo documento di fronte al Tar», spiega rimarcando gli intenti che già nelle ore calde di martedì, alla consegna del documento, aveva annunciato. Il provvedimento nasce dalla «non idoneità» dei locali della parrocchia ad accogliere quel numero di persone tutte insieme — ieri erano circa 80 — e cita espressamente tutte le verifiche compiute nelle ultime settimane da Vigili del Fuoco e Asl. Sabato sera, alle porte della canonica, hanno bussato anche i poliziotti municipali in borghese, venuti per controllare le attività della pizzeria interna al centro, dopo alcune segnalazioni arrivate da altri esercenti.
Biancalani, secondo cui la chiusura del centro è «un atto politico», tenta ogni strada per far rimanere i migranti ospiti a Vicofaro. Così, a metà pomeriggio, va in scena il trasporto delle brande in chiesa, nella parte superiore che guarda l’altare. Uomini e donne, quasi tutti africani, cominciano la processione dei suppellettili di prima necessità. Un ventilatore, degli zaini con i vestiti, alcune paia di scarpe. Sono in venti, a partire da questa notte, a dormire a pochi metri da dove il prete dice messa: molti trascinano le cose in silenzio, una ragazza grida qualche frase di disappunto contro «questi italiani».
E l’offerta d’aiuto ricevuta dalla Caritas per la sistemazione dei migranti orfani della struttura? «Stiamo valutando. Sono contento che ci sia questa disponibilità, ma credo che debbano essere i ragazzi a decidere», spiega il parroco riferendosi ai suoi ospiti. «Sono diventati un gruppo — aggiunge — e credo che per loro sia importante anche questo, rimanere insieme».
Stiamo valutando l’aiuto della Caritas ma saranno i ragazzi a decidere: vogliono rimanere insieme