Corriere Fiorentino

La prima notte in chiesa dei migranti di Vicofaro

Materassi accanto all’altare dopo la chiusura del centro. Don Biancalani: noi non molliamo

- Giorgio Bernardini

«Noi non molliamo», ripete don Massimo Biancalani, mentre alle 17 di ieri, alle sue spalle, cominciano a sfilare i primi migranti con i materassi. Trasportan­o il necessario per riposare dalla canonica al matroneo della chiesa. Un’assemblea cittadina, convocata per stasera nella parrocchia di Vicofaro, è l’ultima mossa del parroco. Che nella lunga partita a scacchi con il Comune e la Diocesi, sceglie l’arrocco.

Il prete, destinatar­io martedì di un’ordinanza comunale di chiusura del centro in cui accoglie migranti, si è riunito con un pool di tre avvocati — due del foro di Pistoia e uno di Prato — per decidere la strategia legale da attuare con l’intento di vanificare l’atto: «Vogliamo impugnare questo documento di fronte al Tar», spiega rimarcando gli intenti che già nelle ore calde di martedì, alla consegna del documento, aveva annunciato. Il provvedime­nto nasce dalla «non idoneità» dei locali della parrocchia ad accogliere quel numero di persone tutte insieme — ieri erano circa 80 — e cita espressame­nte tutte le verifiche compiute nelle ultime settimane da Vigili del Fuoco e Asl. Sabato sera, alle porte della canonica, hanno bussato anche i poliziotti municipali in borghese, venuti per controllar­e le attività della pizzeria interna al centro, dopo alcune segnalazio­ni arrivate da altri esercenti.

Biancalani, secondo cui la chiusura del centro è «un atto politico», tenta ogni strada per far rimanere i migranti ospiti a Vicofaro. Così, a metà pomeriggio, va in scena il trasporto delle brande in chiesa, nella parte superiore che guarda l’altare. Uomini e donne, quasi tutti africani, cominciano la procession­e dei suppellett­ili di prima necessità. Un ventilator­e, degli zaini con i vestiti, alcune paia di scarpe. Sono in venti, a partire da questa notte, a dormire a pochi metri da dove il prete dice messa: molti trascinano le cose in silenzio, una ragazza grida qualche frase di disappunto contro «questi italiani».

E l’offerta d’aiuto ricevuta dalla Caritas per la sistemazio­ne dei migranti orfani della struttura? «Stiamo valutando. Sono contento che ci sia questa disponibil­ità, ma credo che debbano essere i ragazzi a decidere», spiega il parroco riferendos­i ai suoi ospiti. «Sono diventati un gruppo — aggiunge — e credo che per loro sia importante anche questo, rimanere insieme».

 Stiamo valutando l’aiuto della Caritas ma saranno i ragazzi a decidere: vogliono rimanere insieme

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Don Biancalani
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