«Ma quale politica, il problema sono legalità e sicurezza»
«Non c’è spazio per le frottole, non accetto insinuazioni». Il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, è stato in silenzio a lungo sulle vicende di Vicofaro. Ma adesso che è stato chiamato in causa da don Massimo Biancalani ha deciso di rispondere con fermezza alle «accuse» che si è sentito rivolgere da primo cittadino di un’amministrazione di centrodestra. Il parroco aveva elencato una serie di accadimenti dell’ultimo anno, dicendo di avvertire «un certo intento politico, senza bisogno di spiegare quale», che sottende all’ordinanza di chiusura del suo centro avvenuta martedì per «carenze igieniche e di sicurezza».
C’è qualcosa di vero, sindaco, nella denuncia del parroco?
«Mi verrebbe da ridere, ma la situazione è grave. Ma quale politica? Qui le questioni sono altre…».
Quali?
«Si tratta di sicurezza e legalità, aspetti a cui una seria amministrazione non può abdicare».
Ma don Biancalani sostiene che voi, dal Comune, avete avuto con lui un comportamento di disparità.
«È semplicemente falso: i controlli sono stati fatti su tutti i centri d’accoglienza straordinaria di Pistoia: alcuni si sono dovuti adeguare, altri hanno chiuso. È solo che non c’è stato rumore per gli altri».
Si è sentito tirato in ballo direttamente? «Sì ma non è questo che mi fa scaldare. È che non accetto in alcun modo che si faccia riferimento a ogni sorta di complotti. Lo dico soprattutto pensando al lavoro dei dirigenti e dei dipendenti di questo Comune, un’attività che mi onoro di difendere perché fatta con impegno e competenza. E poi c’è da tutelare il lavoro dei tecnici di vigili del Fuoco e Asl, anche se purtroppo a volte ci sono dei corto-circuiti».
Ad esempio?
«La visita del presidente della Toscana Enrico Rossi dopo l’intervento della Prefettura sul centro di Vicofaro: io rispetto chi non la pensa come me, ma il suo intervento è stato gravemente inopportuno».