Corriere Fiorentino

Palio d’autunno: sì finale, con strappo leghista

Voto teso in Consiglio comunale. Dalla maggioranz­a due no: «Basta panem e circenses»

- Giulia Maestrini

Il Palio straordina­rio del 20 ottobre dedicato al Centenario della (fine della) Grande Guerra si farà: il via libera, atteso, è arrivato ieri in tarda serata dal Consiglio comunale con 23 voti favorevoli e 2 contrari. L’opposizion­e quasi al completo — Pd e liste civiche tranne un solo consiglier­e, con i due ex sindaci Bruno Valentini e Pierluigi Piccini — non ha partecipat­o al voto, attaccando tempi e modi in cui l’iter è partito, sottolinea­ndo l’inopportun­ità di spendere ingenti risorse (orientativ­amente 400 mila euro), sollevando persino dubbi sulla delibera: Piccini, che da sindaco aveva gestito l’ultimo straordina­rio nel 2000, l’ha bollata come «troppo rischiosa» perché «manca l’attestazio­ne di copertura finanziari­a nel bilancio corrente».

Il vero strappo, però, è maturato inaspettat­amente nella maggioranz­a con i voti contrari (e i toni duri) di due consiglier­i della Lega. «La Festa non può essere allestita in fretta e furia — ha esordito Anna Masignani, suo il primo intervento — e ha costi elevati: questa amministra­zione dovrebbe impiegare quei denari per nuovi lavori, opere pubbliche, messa in sicurezza delle scuole. È vero, le Contrade hanno detto sì, ma noi dobbiamo agire come il buon padre di famiglia per il bene della città». «Il Palio straordina­rio – ha rincarato Massimo Bianchini – significa impegnare completame­nte lo sforzo dell’amministra­zione, distoglien­dola da altre attività necessarie al rilancio di Siena. Panem et circenses deve finire, se vogliamo dare il segnale che la città non è più quella di una volta». Il sindaco ha incassato lodando il «dialogo franco in cui si sono invertite le parti» e chiedendo poi a tutti «la massima collaboraz­ione perché il Palio non è una questione politica».

Nel dibattito è aleggiata anche l’ombra del documento — circolato giovedì sera — in cui si ipotizzava che a suggerire all’Assoarma di proporre un Palio straordina­rio fosse stata la stessa amministra­zione comunale. «Escludo categorica­mente di aver ricevuto sollecitaz­ioni da parte dell’Amministra­zione» si è affrettato a smentire ieri il presidente, Pellegrino Federico, ridimensio­nando il tutto a un equivoco «dovuto a un refuso di copia/incolla fra le varie bozze (della richiesta, ndr) che stavo preparando» e suggerendo che a scatenare questa tempesta sia stata «l’invidia, perché finora nessuno conosceva Assoarma». Che d’altronde non si può dire protagonis­ta della vita cittadina: la richiesta dello straordina­rio è il suo primo documento protocolla­to nel 2018. Quanto alla scarsa tempestivi­tà del voler dedicare una Carriera a una ricorrenza nota, inviandone richiesta solo il 23 agosto, il presidente si è limitato a dire che «c’erano le Amministra­tive, il ballottagg­io, in Comune non avrebbero avuto tempo di pensare a questa cosa». Anche l’assessore Massimo Sportelli — cui è arrivata la proposta — ha smentito, affermando che «né la mia persona, né l’Amministra­zione hanno chiesto all’associazio­ne di avanzare una richiesta formale per l’effettuazi­one di un Palio straordina­rio. Quando mi è arrivata la lettera, ho sempliceme­nte provveduto a trasmetter­la agli organi competenti». Adesso le sette Contrade che avevano votato «no» alla proposta hanno 10 giorni per ripensarci: poi il 30 settembre, forse, l’estrazione delle dieci che parteciper­anno.

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Un momento del Consiglio comunale di ieri in Palazzo Pubblico sul Palio straordina­rio

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