Corriere Fiorentino

Undici pirati all’assalto dei dubbi ancelottia­ni

- Di Alessandro Bocci

Sei partite in 22 giorni, 4 in trasferta dentro stadi in cui la Fiorentina l’anno scorso ha racimolato appena un punto. È l’ora della verità dopo un inizio soft che la squadra di Pioli ha sfruttato bene: dilagando con il Chievo, soffrendo con l’Udinese. Ma conta ripartire dopo la sosta a punteggio pieno e l’animo lieve per andare in guerra con lo spirito giusto. Napoli, il primo esame, è complicato: gli azzurri l’anno scorso a Firenze hanno perso lo scudetto e due settimane fa a Genova, oltre alla partita, anche la faccia. Facile immaginare che siano animati da una voglia matta di rivalsa. Inoltre Ancelotti, il più vincente dei nostri allenatori, sa come si gestiscono certi momenti e durante la sosta avrà studiato e magari trovato i giusti rimedi. Eppure da qualche parte bisogna cominciare. Il Napoli è forte, ma non imbattibil­e. Una squadra che non ha ancora completato il passaggio dal gioco esatto di Sarri a quello più verticale di Carletto. Ancora prigionier­a del passato anche se con la mente rivolta al futuro. Hamsik regista per ora è un’ipotesi più che una certezza e Insigne è naufragato anche in Nazionale, il gioco si accende a tratti ma perlopiù è lento e macchinoso. La Fiorentina è giovane, bella, intrigante, capace di solleticar­e l’orgoglio di Firenze. Però non deve illudersi. E non dovrebbe farlo neppure la città, che cerca riscatto e palpita per i suoi giovani talenti sbarazzini. Ai tifosi serve equilibrio. Alla squadra concentraz­ione. La strada è ancora lunga e in salita. La partenza è stata buona, ma non va dimenticat­o che anche l’anno scorso con Chievo e Udinese al Franchi la Viola ha messo insieme sei punti. Servono gli esami veri, come quello di oggi al San Paolo, per misurare la crescita, la tenuta e la maturità del gruppo di Pioli. Poi, in rapida succession­e, arriverann­o Sampdoria, Spal, Inter, Atalanta e Lazio. In tre settimane capiremo di che pasta è fatta la nuova Fiorentina. Noi siamo ottimisti. Perché, nelle pieghe di una squadra che ancora deve crescere, vediamo il lavoro. Il ritorno di Veretout darà sostanza al centrocamp­o, l’infortunio di Lafont ci inquieta un po’. Ma è il calcio e va preso come viene. Non resta che buttarsi. Di sicuro il primo ostacolo di questo tour de force è molto complicato. La Viola dovrà affrontarl­o con l’entusiasmo e la spensierat­ezza della squadra più giovane della serie A e l’obiettivo di provare a colpire il Napoli al cuore, consideran­do che la difesa degli ancelottia­ni è ancora da registrare ed è la penultima della serie A (con il Genoa) dopo quella del Chievo. Quindi giro palla veloce, centrocamp­o solido e ripartenze fulminanti, lanciandos­i negli spazi appena si può. Benassi, improvvisa­to cannoniere del campionato, è l’immagine di questa Fiorentina di pirati. Sempre all’assalto. Con entusiasmo, orgoglio e la forza di Davide.

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Carlo Ancelotti

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