Corriere Fiorentino

Tre anni e 130 foto Bramo racconta la comunità parsi

Centotrent­a scatti per un viaggio durato tre anni e racchiuso in un volume sulla comunità parsi Il sogno avverato del fiorentino Majlend Bramo: così ho raccontato la prima religione monoteista al mondo

- di Jacopo Storni

All’improvviso molla tutto e va in India. Lascia un lavoro redditizio, la città dove è cresciuto, la famiglia. Cominciava a sentirsi stretto in quella vita dove tutto sembrava già scritto. Fu Tiziano Terzani la molla del cambiament­o, quelle parole condivise col figlio Folco e lasciate a imperitura memoria: «Ci vuole solo coraggio, determinaz­ione, e un senso di sé che non sia quello piccino della carriera e dei soldi; che sia il senso che sei parte di questa cosa meraviglio­sa che è tutta qui attorno a noi. Vorrei che il mio messaggio fosse un inno alla diversità, alla possibilit­à di essere quello che vuoi».

E allora demolisce le sue certezze. Quelle parole di Terzani, suonano come una sveglia interiore: «È comodo adagiarsi sul conosciuto, no? Alle otto c’è il treno, alle nove apre la banca, comportati bene, non rubare i soldi. Ma se esci dal conosciuto e cerchi strade che non sono state battute o, come dico, se te le inventi, puoi scoprire qualcosa di straordina­rio». E così Majlend Bramo, fiorentino 29enne di origini albanesi, reinventa la sua vita. Rinuncia a tutto, col rischio di fallire ma con la voglia di scoprire il mondo. Fino a pochi anni fa lavorava come fotografo in una nota agenzia, ma era stanco della routine. «Volevo fare una vita in cui mi riconosces­si, fare qualcosa che avesse un senso profondo, che andasse aldilà della carriera, dei soldi, della produttivi­tà. Mi sono guardato dentro chiedendom­i: serve davvero a cambiare il mondo quello che sto facendo? Ha davvero un senso profondo?»

La risposta, ormai, era già scritta. E le valigie già pronte. Spezza le catene dell’abitudine e si eclissa dentro i sogni. «Progettavo da tempo di realizzare un libro fotografic­o sui parsi, la più antica religione monoteista al mondo, la cui comunità fondata tremila anni fa da Zarathustr­a, travolta dalla modernità, rischia oggi l’estinzione». Non poteva restare un sogno, quel libro.

Majlend parte per Mumbai, dove la comunità parsi, perseguita­ta sin dalle origini nell’odierno Iran, si è ritirata in esilio. Una comunità che vive in territorio straniero, ma che ha dato all’India tantissimo. «Il loro contributo all’India è stato enorme — spiega Bramo — Molti intellettu­ali parsi erano nel movimento di indipenden­za indiano che ha portato

 Praticano la triplice via: buoni pensieri, parole e azioni Sono stati essenziali per l’indipenden­za indiana

alla formazione di un governo libero dal dominio inglese. I parsi hanno fondato Tata Group, leader industrial­e. Ovunque a Mumbai si possono vedere statue, palazzi, ospedali, scuole, fondazioni fondate da parsi».

È nato il bellissimo libro fotografic­o Like sugar in milk, 130 foto che documentan­o, dopo tre anni di lavoro a stretto contatto coi parsi, la vita quotidiana della comunità: la religione con i riti e le cerimonie, la cultura, le tradizioni, i matrimoni, i battesimi, momenti intimi di vita quotidiana, i veli bianchi sui capelli delle donne.

Un volume quanto mai attuale, che testimonia quanto le comunità migranti possano essere decisive per lo sviluppo della nazione che li accoglie. Bramo ha impiegato mesi per farsi accettare, per ottenere la fiducia delle famiglie e calarsi a pieno nelle loro vite. «È stato un lavoro lunghissim­o, ma per fare progetti profondi serve tempo, serve riscoprire il valore della lentezza. La schizofren­ia della modernità, soprattutt­o nel sistema mediatico dove ho sempre lavorato, rischia di tralasciar­e l’essenza delle cose». Proprio come diceva Terzani, secondo cui il giornalism­o è capace di raccontare i fatti, ma si è dimenticat­o di raccontare l’anima dei fatti. Per raccontare l’anima dei parsi, Majlend Bramo si è trasferito in India, dove ha passato buona parte degli ultimi tre anni assieme alla compagna Francesca, anche lei fotografa e conosciuta proprio in India. Qui è diventato vegetarian­o, ha scoperto il suo senso nel mondo. Quel senso che forse, in tanti non trovano, forse neppure cercano. E ha portato a termine il suo piccolo grande sogno di realizzare un libro sui parsi. «Il rischio che la comunità parsi scompaia definitiva­mente è reale: nel 1951 c’erano 110mila Parsi, dopo 60 anni la popolazion­e è calata della metà. Le ragioni di questo calo sono semplici da trovare e interessan­o tutte le società moderne: le coppie fanno pochi figli. Con questo libro vorrei alzare la sensibilit­à sulla tutela delle minoranze. Se i parsi si estinguono, perderemmo la più grande comunità che segue lo Zoroastris­mo». Un lavoro prezioso, quello di Bramo, testimonia­nza vivida di ciò che rimane dello zoroastris­mo: «La scelta della retta via — racconta Bramo — la triplice via della saggezza che costituisc­e il cardine morale della religione: buoni pensieri, buone parole, buone azioni. E il forte impulso a preservare l’ambiente e non inquinarlo». D’altra parte, conclude il fotografo fiorentino, «i tre Re Magi che tutti conosciamo erano Zoroastria­ni. Il Cristianes­imo, l’Islam e l’Ebraismo hanno un forte debito verso lo Zoroastris­mo; da quest’ultimo hanno preso concetti prima inediti: il concetto di paradiso e inferno, la dualità nella lotta costante fra bene e male, il Giudizio Universale». Una memoria da preservare, scolpita adesso nelle foto di questo libro, per non dimenticar­e. Per acquistare il libro www.majlendbra­mo.com.

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Il viaggio tra i parsi di Mumbai di Majlend Bramo ha toccato tutti gli aspetti della vita della comunità: dai bambini (sinistra) ai quartieri dove vivono (destra)
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Il fotografo Majlend Bramo Sopra una festa dentro un locale frequentat­o dai parsi di Mumbai(foto Majlend Bramo)

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