Lega in assetto piglia-tutto in Toscana
Gli effetti del patto con Berlusconi: «A noi i candidati sindaco». Gli alleati frenano
«Tocca a noi indicare i candidati», dice la Lega. «Niente bandierine. Scegliamo i nomi migliori città per città, come abbiano fatto fin qui», rispondono Forza Italia e Fratelli d’Italia. Dopo l’accordo tra Berlusconi, Salvini e Meloni sulle Regionali, nel centrodestra toscano iniziano le manovre per le elezioni comunali del prossimo maggio. Con i Cinque Stelle, alleati della Lega a livello nazionale, ancora in standby.
L’accordo Salvini-Berlusconi-Meloni siglato due giorni fa a Palazzo Grazioli riporterà il centrodestra unito alle Regionali (in Toscana si voterà nel 2020) con l’indicazione che i candidati in quelle «rosse» saranno leghisti. Ma è un’intesa che riguarderà anche i Comuni al voto l’anno prossimo (circa 180) nella nostra regione? Anche in questo caso, centrodestra con candidati sindaco a trazione leghista? Alla Lega pare scontato. A Forza Italia e FdI no, vogliono ripetere il «metodo toscano», la scelta del candidato appropriato per ogni competizione, che li ha portati a conquistare in tre anni Arezzo, Grosseto, Pistoia, Siena, Pisa e Massa. Ma nello schema conta anche cosa farà il M5S: una sua posizione attendista sui candidati, per un partito sempre debole a livello locale (nel giugno scorso, non sono mai riusciti ad arrivare al ballottaggio neanche nella «fortezza» Massa), favorisce solo il centrodestra.
«Premetto che non conosco i dettagli dell’accordo raggiunto: ma se cinque anni fa è toccato a Forza Italia, scegliere i candidati, ora penso tocchi a noi», taglia corto il segretario della Lega in Toscana, il senatore Manuel Vescovi. «È logica: siamo la forza maggioritaria. Ci assumeremo questa responsabilità». Non la pensano così gli alleati: «La vera domanda è: vogliamo solo ragionare di mettere bandierine? E allora contano solo i rapporti di forza. Finora non abbiamo fatto così — afferma il deputato e coordinatore di Fi in Toscana Stefano Mugnai — Se invece vogliamo vincere, dobbiamo scegliere i candidati migliori. È poi ovvio che se ci sono candidati diciamo alla pari, allora conteranno i rapporti di forza. Ma si vince se scegli il candidato migliore ed ogni Comune ha una sua specificità. C’è tempo, faremo le scelte migliori».
Giovanni Donzelli di FdI nega che l’accordo raggiunto valga anche per le Comunali 2019: «No, non ci sono automatismi — ragiona Donzelli — È ovvio che, viste le percentuali,
Cinque Stelle in stand by Giannarelli: in alcuni casi è difficile persino fare le liste Chiedo ai meetup locali di scegliere i candidati entro novembre
onere ed onore delle proposte soprattutto a Firenze tocchino alla Lega. Ma qui usiamo il “metodo toscano”: una classe dirigente giovane ha valutato i migliori candidati. Così è stato a Pistoia (dove ha vinto un esponente FdI, Alessandro Tomasi, ndr) ea Pisa (dove ha vinto Michele Conti della Lega, ndr). Ha funzionato».
Il punto è che se ci sono margini di confronto a livello locale, la Lega è invece «contrattualizzata» con il M5S a Roma. E il M5S si gioca nel 2019 la riconferma dell’esponente locale più di peso, Filippo Nogarin, a Livorno. Che per smarcarsi dalla Lega non perde occasione per rivendicare battaglie di sinistra, dalla proposta del porto aperto per la nave dei migranti, Aquarius, fino alla cittadinanza onoraria ai bimbi stranieri nati in città. «Accordi al primo turno sono esclusi con tutti i partiti — taglia corto il portavoce regionale M5S Giacomo Giannarelli — Lo prevede il nostro regolamento». Ma non è un problema, proprio qui in Toscana, la vicinanza con la Lega? Già alle ultime Comunali il M5s non si è presentato in gran parte dei Comuni e non è mai arrivato al ballottaggio. «Sappiamo che a livello locale è difficile in alcuni casi persino fare le liste. Vogliamo nomi stimati e percorso riconosciuto nel territorio», risponde Giannarelli, che lancia un appello: «Ora dobbiamo impegnarci ad avere scadenze: entro novembre i meetup locali scelgano i candidati a sindaco perlomeno nei capoluoghi ed a Piombino che per noi è simbolica. Abbiamo bisogno di cominciare la campagna elettorale, anche per le Europee come gli altri».
Nelle parole di Giannarelli si sente preoccupazione. «Ma anche se la formazione di tanti elettori nostri è di sinistra, i nostri grandi temi non cambiano e daremo risposte alle richieste concrete delle persone, dalla povertà al lavoro all’ambiente alle energie rinnovabili». Ma, come è successo a Siena, l’assenza di un candidato M5S, come a Siena, potrebbe aiutare il centrodestra.