Corriere Fiorentino

Fatta la squadra, serve la testa E la gara perfetta

- Di Alessandro Bocci

Lo ha scritto il nostro Sandro Picchi e riprendiam­o volentieri il concetto. Anzi, ripartiamo proprio da qui: il calo nella ripresa della Fiorentina non sembra fisico, ma di mentalità. È successo a Napoli, si è ripetuto a Genova. Stefano Pioli, nel bel mezzo del tour de force a cui è sottoposta la sua creatura, ci deve lavorare sopra. La testa, più che le gambe, è l’ago che sposta gli equilibri. Siamo all’inizio e la stanchezza non può essere un alibi. Solo le grandi squadre riescono a mantenere alta la concentraz­ione e l’intensità giocando ogni tre giorni. La Fiorentina deve imparare a farlo per fronteggia­re un calendario affollato e per darsi una dimensione europea. Con le Coppe, obiettivo dichiarato, si gioca una partita di seguito all’altra. E la soluzione non è solo il turnover. Ma una crescita esponenzia­le della maturità di gruppo. Nel secondo tempo di Napoli la squadra si è accontenta­ta e non è stata lesta a cogliere le difficoltà di una rivale fortissima ma ancora alla ricerca della propria identità. A Genova ha cominciato bene, ma è andata in difficoltà quando Giampaolo ha inserito Praet e ha impiegato troppo tempo a recuperare l’equilibrio perduto. La mentalità è fondamenta­le. Il sale della pietanza. Si gioca per vincere e bisogna ricordarse­lo sempre. L’atteggiame­nto è un compagno di viaggio indispensa­bile, quasi più del gioco che per essere fluido ha bisogno di tempo. E, in un certo senso, persino più importante della qualità individual­e. Un esempio? La precisione negli ultimi sedici metri è una questione di concentraz­ione e la concentraz­ione fa riferiment­o alla testa. Serve una Fiorentina che vada oltre i propri limiti. Pioli sta facendo un ottimo lavoro. La Viola è omogenea, compatta, ambiziosa, resa quasi granitica dalla tragedia di Astori. Deve però fare l’ultimo step. Imparare che non ci sono partite facili e che ogni appuntamen­to, al Franchi o fuori, è una specie di finale di Champions. Altrimenti, vista la concorrenz­a, l’Europa sarà durissima da conquistar­e. Contro la Spal ci sarà da soffrire perché si torna in campo dopo meno di tre giorni. Serviranno energie nervose e una partita perfetta dal punto di vista tattico. La Spal è seconda in classifica con il Napoli, ha preso solo un gol in quattro partite (peraltro su palla inattiva), occupa bene il campo e gioca con alta intensità. La Fiorentina, al di là degli uomini che sceglierà Pioli, dovrà essere lucida, cinica, fredda. Se lo fosse stata a Marassi, avrebbe vinto. L’anno scorso con i ferraresi di un vecchio amico come Semplici ha costruito cinque o sei occasioni, ma non le ha sfruttate, interrompe­ndo la serie di sei vittorie consecutiv­e. Stavolta tre punti darebbero un senso a questa settimana cominciata male a Napoli e permettere­bbero al gruppo di preparare Milano con animo lieve.

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Leonardo Semplici

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