Corriere Fiorentino

MESSAGGIO CHIARO

- Di Paolo Ermini

Se ne sono accorti in pochi, ma in questi giorni si stanno svolgendo i congressi nei circoli del Pd in vista del congresso regionale. L’interesse pare basso tra gli stessi militanti: la partecipaz­ione è assai fiacca, ovunque. Nel circolo Vie Nuove a Firenze, dov’è iscritto Renzi, ad esempio, solo una metà degli iscritti si è fatta vedere.

Non c’è da stupirsi. In un partito che nel congresso doveva trovare nuova linfa e nuove idee per rimettersi in piedi dopo la scoppola elettorale del 4 marzo, ci si continua a dividere solo sui nomi, secondo lo schema classico: renziani contro antirenzia­ni, come se per il Pd il tempo si fosse fermato.

La situazione è paradossal­e. Nonostante le sue dimissioni dalla segreteria e l’annuncio che non intende presentare la candidatur­a per riprenders­i il posto perduto, Matteo Renzi è sempre in pista e polarizza la stagione congressua­le, per cui la scelta è: con lui o contro di lui. Ma per fare che cosa? E quale significat­o avrà la Leopolda convocata per il 19-20-21 ottobre a Firenze? L’happening annuale voluto da Renzi nell’ex stazione granducale aveva un senso preciso quando l’allora rottamator­e era impegnato a disarticol­are il partito per conquistar­e la leadership. Ma adesso che il partito è semidistru­tto ed elettoralm­ente più che dimezzato, perché organizzar­e un’iniziativa che si colloca fuori dai confini del Pd? L’ex premier sta forse pensando a creare un suo partito? In tal caso non sarebbe arrivata l’ora di dirlo?

In ogni caso, un Pd vecchio o nuovo che fosse non potrebbe non porsi il problema di come ripresenta­rsi davanti al Paese per recuperarn­e la fiducia in alternativ­a al centrodest­ra e ai Cinque Stelle. Per ora abbiamo assistito soltanto alla ripetizion­e pedissequa della necessità di tornare a stare vicino ai più deboli. Come, non è dato sapere. Se i vertici non vanno oltre la dura contestazi­one di quanto sta facendo il governo gialloverd­e, è dalla periferia che giungono segnali significat­ivi. Ad agosto il festival del Pd di Pistoia, che si svolge a Santomato, si è distinto per un questionar­io sul tema della sicurezza; il sindaco di Castelfior­entino, Alessio Falorni, ha avviato invece una raccolta di firme su una petizione che chiede misure per imporre il rispetto della legge e per garantire la certezza della pena. Il messaggio è chiaro: se la sinistra non vuole continuare a subire passivamen­te la campagna di Matteo Salvini, che sovrappone immigrazio­ne e criminalit­à, deve presentare un programma di governo alternativ­o, rovesciato specularme­nte rispetto a quello della Lega: puntare forte sulla sicurezza rifiutando i migranti che non rispettano la legalità e integrando chi viene qui per lavorare onestament­e (rispondend­o così anche ai bisogni di un Paese sempre più vecchio e poco prolifico). Una svolta evidenteme­nte complicata per una sinistra dove ancora alligna la convinzion­e che la sicurezza sia un valore di destra. E che continua a fare confusione tra l’accoglienz­a indiscrimi­nata e l’integrazio­ne basata su regole, dignità, occupazion­e. Per il Pd significhe­rebbe ricomincia­re a far politica, lasciandos­i alle spalle slogan e tic di una stagione finita; malamente, per giunta. Non è detto che ci riesca.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy