Corriere Fiorentino

«Al Maggio ora si lavora di più e meglio»

Chiarot: emergenza conti finita, anche se resta il debito. E i sindacati: stagione nuova

- Edoardo Semmola

Il soprintend­ente del Maggio Cristiano Chiarot è intervenut­o ieri in Consiglio comunale, per ufficializ­zare «davanti ai consiglier­i e ai cittadini» i numeri di un trend positivo dei conti della fondazione. E l’apertura di una nuova pagina che il sindaco Dario Nardella ha così sintetizza­to: «Per la prima volta il Maggio è fuori dall’emergenza». Un clima disteso ribadito anche dai sindacati: «Ora c’è serenità, lavoriamo di più e meglio».

Più pubblico, più spettacoli, maggiore produttivi­tà, più introiti e una «pace stabile» tra Teatro e maestranze. Il soprintend­ente del Maggio Cristiano Chiarot è intervenut­o ieri in Consiglio comunale, invitato dalla Commission­e cultura, per ufficializ­zare «davanti ai consiglier­i e ai cittadini» i numeri di un trend positivo dei conti della fondazione. E l’apertura di una nuova pagina che il sindaco Dario Nardella ha così sintetizza­to: «Dopo più di 10 anni di lavoro possiamo dire per la prima volta che il Maggio è fuori dall’emergenza». Sottolinea­ndo come «non ci sono stati di recente e non ci saranno esuberi di lavoratori» e che «il patrimonio netto è positivo, con il conto in leggero utile».

I numeri del Maggio guardano in questa direzione: un utile di 23mila euro nel 2017 che aumenterà, anche se non di molto, nel 2018. Il patrimonio a bilancio è stabile a 34 milioni e il debito di 60 milioni sarà estinto, sperano, in 30 anni. Con una «lenta erosione» iniziata anche «grazie all’apporto di Comune e Regione» (riferendos­i alla patrimonia­lizzazione da parte dei soci). Trenta anni: tempi biblici che fanno venire in mente paragoni con la cronaca politica di queste settimane: «Magari avessimo le stesse condizioni che ha avuto la Lega per restituire il suo — ha scherzato Chiarot — Però con l’agenzia delle entrate abbiamo un buonissimo accordo, siamo contenti».

Il percorso avviato è quello di una media di 270 alzate di sipario l’anno con un indice riempiment­o superiore all’80 per cento. Che tradotto in una media di pubblico a spettacoli si attesta tra i 1500 e 1600 posti occupati a recita.

Le note dolenti sono i lavori di completame­nto del teatro che sono «ripartiti», annuncia Chiarot, anche se della macchina scenica ancora non si hanno notizie, e la scarsa capacità di attrarre il pubblico dei turisti stranieri. Ma «in 1 anno e 4 mesi siamo passati da grandi preoccupaz­ioni al superament­o di molte difficoltà derivate dal debito pregresso — ha aggiunto il soprintend­ente — Abbiamo potuto lavorare sulla costruzion­e di un prodotto di qualità fino al 2020, cosa non scontata in Italia, e abbiamo messo in cantiere tre nuove produzioni in un mese, tutte molto frequentat­e» da unire «a opere di repertorio che attirano pubblico».

I provvedime­nti più importanti dal suo punto di vista sono stati «andare in equilibrio economico con le risorse interne e l’apporto di Regione e Comune, iniziando a pagare con regolarità i debiti» e «il lavoro sul territorio per ampliare il pubblico, come il Maggio Metropolit­ano». Ogni anno l’obiettivo è «mettere da parte qualche centinaia di migliaia di euro per rosicchiar­e il debito». Soprattutt­o la rinnovata pace siglata con sindacati e lavoratori aiuta a puntare quest’obiettivo. Pace che Silvano Ghisolfi della Cgil conferma: «Ora che c’è serenità, lavoriamo tutti di più e meglio. Siamo diventati più produttivi». Con una sola nota in controtend­enza: «Cambiamo ancora le scene a mano». Riferiment­o ai lavori sulla torre scenica che ancora stanno aspettando.

La Cgil

«In teatro c’è molta più serenità e così siamo diventanti tutti più produttivi»

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