Nella cava di Michelangelo, finestra di pensieri
L’uomo, l’artista, le opere nel film di Sky. Il regista Imbucci: un’autorevole finzione
Un ritratto avvincente dell’uomo e dell’artista Michelangelo in Michelangelo - Infinito, il nuovo film d’arte in 4K targato Sky e Magnitudo, distribuito da Lucky Red e realizzato con la collaborazione, tra gli altri, del Consiglio Regionale della Toscana. Ieri anteprima alla Compagnia (dal 27 al 3 all’Odeon). Michelangelo (interpretato da Enrico Lo Verso) è un uomo anziano, sospeso nello spazio e nel tempo, in un limbo rappresentato dall’interno di una cava — Cava Ruggetta di Calacata Borghini a Carrara — davanti ad un monolito di marmo e ad una pozza d’acqua, che diventa una finestra dei pensieri sulla quale il film sospende le riflessioni dell’artista. Si tratta di un espediente narrativo attraverso cui si crea una transazione visiva, che segue le descrizioni e il fluire dei ricordi di Michelangelo da ciò che si trova all’interno del limbo e quello che è fuori. Così, il presente di Michelangelo persona dalla vita tormentata, schiva e inquieta, capace di forti contrasti e passioni, preda di quell’ambizione che «ti mangia vivo e non permette pace e felicità alcuna», si fa ricordo con le immagini di un bambino, apprendista nei giardini di San Marco; il suo naso brutto e deforme di adulto, rimanda ad un pugno ben assestato dal giovane compagno Torrigiano. La sua passione nello sporcarsi le mani riporta al fatto di essere stato a balia da una famiglia di scalpellini, per cui dice: «insieme al latte quella polvere di marmo mi ebbe nutrito». Al Limbo di Michelangelo, uno spazio spigoloso e squadrato, si contrappone quello più morbido e rotondo, che ricrea una sorta di teatro anatomico di legno, dove Giorgio Vasari (Ivano Marescotti) si fa narratore della dimensione storico-artistica, con passione ed autorevolezza, ma anche calore e familiarità, attraverso monologhi teatrali rivolti allo spettatore, in una lingua alta, adattata in italiano moderno dalle sue Vite. Ma il cuore pulsante è il racconto della principale produzione del genio. La telecamera insiste sui particolari anatomici dei corpi rappresentati nelle opere di Michelangelo, i muscoli, le vene i nervi del David, come del Cristo della Pietà. Una straordinaria ricostruzione della Cappella Sistina ripercorre i cambiamenti della decorazione pittorica dal 1508, fino alla conclusione del Giudizio Universale nel 1541. E poi c’è la Toscana, bellissima, Michelangelo davanti al suo «Mosè» con le cave di marmo di Carrara, i musei che custodiscono le opere di Michelangelo, la Galleria dell’Accademia, gli Uffizi, il Bargello, Casa Buonarroti, gli scorci di piazza della Signoria. «Il film — ha detto il regista Emanuele Imbucci — è una autorevole finzione su un impianto filologicamente corretto».