Corriere Fiorentino

La doppia faccia del rione sul fiume Fitness di giorno, buio e paura di notte

- Lorenzo Sarra

Un rione a due facce. Quella di giorno, con il jogging sul lungarno, la palestra Virgin e i suoi comfort, il continuo passaggio dei pullman turistici al checkpoint di via Venosta, il moderno camping di via Aretina da poco inaugurato, le scuole e gli asili. Poi c’è quella di notte, fatta di vie buie, strade ridotte a «dormitori» senza presidii sociali, prostitute, edifici fatiscenti occupati da anni.

Siamo a Varlungo, propaggine di Bellariva, dove tutto appare incompiuto. A partire dal ponte vicino al quale si è consumato lo stupro di domenica notte ne è proprio la conferma: doveva alleggerir­e i viali dal traffico cittadino, attraversa­ndo la ferrovia per connettere Gavinana con Coverciano. In teoria, perché alla fine non se ne fece più nulla, lasciandol­o «monco». Un po’ come tutto quanto da

❞ L’oste Rompono i vetri alle auto, scippano le persone Quando le mie cameriere finiscono il turno voglio che siano sempre accompagna­te fino all’auto

queste parti dove da questa estate a oggi sono già avvenuti due episodi di violenza su giovani donne.

«Solo nell’ultimo mese — racconta Demiraj Besnik, gestore della trattoria «Il vecchio cigno» — hanno spaccato diversi finestrini nel parcheggio davanti al ristorante e hanno scippato una signora sul lungarno: ho dovuto installare delle telecamere ed ogni sera, quando finiscono il turno, mi assicuro che le nostre cameriere siano accompagna­te». L’indice è puntato contro due stabili occupati in zona: l’ex vivaio di via Dalla Chiesa — dove è stato arrestato il 25enne rumeno Arnaut Mustafa, accusato dell’ultima violenza — e il vecchio deposito Ataf di via De André, ormai ridotto a «palazzo della droga». «Soprattutt­o in via De André — sottolinea Andrea Sartoni, titolare della pizzeria «L’Orto del Cigno» — non ci sono attività. Adesso è chiuso anche lo spazio estivo dell’Utopico, col risultato che di notte la strada diventa terreno fertile per la criminalit­à. I residenti? Io sono cresciuto qui, quando ancora si stendevano i panni sull’Arno: prima c’era più senso di comunità, ora molto meno e non si risolvono i problemi».

La signora Lucia Casimo è una habitué del lungarno, dove viene a passeggiar­e: «Quando parcheggio la mattina, trovo spesso i vetri rotti di qualche auto lasciata durante la notte». Intanto alla casa dello studente del Varlungo, dove risiedeva la giovane violentata, c’è poca voglia di parlare tra chi la conosce: «Sta soffrendo molto, lasciamola in pace».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy