Corriere Fiorentino

ADDIO A INDIANA JANE UNA VITA PER L’ARTE E TUTTA AL FEMMINILE

- Chiara Dino

Per lei ci sarà una messa in Santa Croce, il 9 ottobre nel pomeriggio alle 18, proprio nella basilica dei grandi, qui a Firenze. E a ben pensarci è un omaggio dovuto visto tutto l’impegno e l’amore che ha profuso per la città che più ha amato dopo Indianapol­is quella dove era nata 76 anni fa e dove ieri è morta. Jane Fortune — ma tutti la chiamavano Indiana Jane, era un po’ fiorentina anche lei — tanto che nel 2015 Dario Nardella le aveva donato il suo meritato fiorino d’oro. Era una storica dell’arte che per l’arte — al femminile — aveva fatto tantissimo, quella fiorentina ovviamente. Fondatrice e animatrice instancabi­le dell’Advancing Women Artist (onlus nata nel 2009) aveva scelto di raccontare, valorizzar­e, sostenere economicam­ente tutto il nostro patrimonio artistico declinato al femminile. Senza mai andare sopra le righe, senza verbosa retorica, solamente facendo uscire dal sommerso tutti quei manufatti al femminile che prima di lei pochi – solo gli esperti – conoscevan­o e apprezzava­no.

C’è stata lei dietro la mostra in corso alla sede della Fondazione Cr Firenze, inaugurata nell’ambito del Festival l’Eredità delle donne – Artiste. Firenze: 1900-1950. C’era sempre lei dietro alla prima mostra su Suor Plautilla Nelli organizzat­a agli Uffizi lo scorso anno, e dietro al restauro di alcune delle sue opere più celebri per cui con la sua onlus aveva recentemen­te promosso una raccolta fondi: stiamo parlando della Crocifissi­one

— destinata a essere esposta al Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto e soprattutt­o dell’Ultima Cena che andrà nel museo di santa Maria Novella. E qui va fatta una postilla. Jane è arrivata a Firenze da ragazza, studiava qui storia dell’arte. C’è tornata spesso e volentieri promuovend­o il

censimento delle opere al femminile presenti nel territorio fiorentino. E ne aveva catalogate ben 2000 raccontava proprio al nostro giornale lo scorso anno agli Uffizi. Ma il suo lavoro di mecenate per la raccolta dei fondi a favore dei restauri di queste stesse opere era partito cercando sponsor per il recupero proprio di un’opera di suor Plautilla. Era il 2006 e le sue energie furono investite per «curare» Il Compianto sul Cristo Morto della suora Pittrice. Due anni dopo, nel 2008, si attivava per trovare finanziame­nti per il restauro del Davide e Betsabea di Artemisia Gentilesch­i. Solo allora capì che per dare più slancio all’impresa doveva avere un’organizzaz­ione e e nel 2009 fondò l’associazio­ne no profit «Advancing Women Artists Foundation (AWA)», dedicata — per statuto — alla ricerca, restauro e mostre sulle opere d’arte di donne a Firenze in particolar­e. Grazie agli sforzi « della cara Jane per la divulgazio­ne e l’estrema ricerca per la valorizzaz­ione della figura femminile» come ieri ha ricordato Dario Nardella, in questi pochi anni è riuscita a finanziare il recupero di ben 55 opere. Sempre di artiste donne. A loro è dedicato uno degli ultimi progetti su cui stava lavorando. S’intitola «A Space of their Own», (Uno spazio tutto loro). Un piano di lavoro che ha riunito Advancing Women Artists, Eskenazi Museum of Art e Indiana University con l’obiettivo di costruire il più grande database mondiale su artiste donne fra il 1500 e il 1800.

L’omaggio della città

Il ricordo del sindaco Nardella, per lei in Santa Croce una messa il 9 ottobre

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Dario Nardella consegna il fiorino d’oro a Jane Fortune, nel 2015

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