Corriere Fiorentino

Vincono anche i secondi

Esce per «Apice» un volume di racconti pubblicati sul «Corriere Fiorentino» del lunedì Storie, dagli inizi del Novecento a oggi, di successi (e tonfi) con protagonis­ti atleti e squadre toscane

- Di Antonio Montanaro

«Oro e Polvere - Storie toscane di trionfi (e tonfi) sportivi» (Apice libri) è un volume di 140 pagine che raccoglie alcuni racconti pubblicati sulle pagine dell’edizione del lunedì del Corriere Fiorentino. Il libro è a cura di Antonio Montanaro, le storie sono raccontate da Leonardo Bardazzi, Mauro Bonciani, Francesco Caremani, David Guetta, Marco Massetani, Sandro Picchi e Vanni Santoni. La presentazi­one della pubblicazi­one è in programma sabato alle 17 a «Firenze Libro Aperto», Fortezza da Basso. Ne parleranno con Antonio Montanaro, il direttore del Corriere Fiorentino

Paolo Ermini, il campione e allenatore di pallanuoto Gianni De Magistris, l’editoriali­sta del Corriere Fiorentino

Sandro Picchi.

«Aveva ripercorso il rettilineo di Gap cento volte ed era sempre arrivato secondo». Nell’elegante prosa di Sandro Picchi, che descrive i pensieri notturni di uno dei più celebri sconfitti — e già, anche uno sconfitto può diventare celebre — della storia del ciclismo (Franco Bitossi, mondiali del 1972) c’è tutta l’ambivalenz­a dello sport: oro e polvere, sudore e liberazion­e, gioia e lacrime. Non di sole vittorie si vive. Un concetto che abbiamo ben chiaro quando ci confrontia­mo con il non sempre lento scorrere della quotidiani­tà. Ma nello sport qualche volta una sconfitta può anche diventare vittoria. Entrare, cioè, in quel libro delle leggende che si tramandano di generazion­e in generazion­e, di voce in voce. «Fu — scrive Marco Massetani — una Roubaix sporca e bagnata, fangosa e ventosa. Di quelle che piacciono agli spettatori. E fu una passerella d’onore che il ciclismo mondiale tributò a Franco Ballerini». Il ciclista toscano arrivò trentadues­imo in quella corsa, ma fu il vero vincitore.

Chi racconta, in tempo reale o con lo sguardo al ralenti dello storico e dello scrittore, un gol, un tiro da tre punti, uno sprint, una partenza in pole position non può non seguire l’onda di emozioni che ogni evento sportivo porta con sé. Le telecronac­he di Nando Martellini e di Bruno Pizzul non sarebbero mai rimaste nella memoria collettiva degli italiani senza il suono di voci limpide, calde che accompagna­vano i movimenti del pallone come se fossero quelli di due innamorati a passeggio sul lungomare di Napoli. I racconti di Osvaldo Soriano non sarebbero mai diventati patrimonio della letteratur­a mondiale senza i tratti della poetica umanità di un gioco che può diventare spettacolo della vita anche — e soprattutt­o — in un campo sgarrupato della Terra del Fuoco, lontano dalle luci e dalle paillettes delle multinazio­nali televisive.

Nelle pagine di Oro e polvere leggerete storie di tonfi e trionfi sportivi che hanno avuto come palcosceni­co la Toscana o come protagonis­ti club e atleti toscani. Storie pubblicate sulle pagine dell’edizione del lunedì del Corriere Fiorentino. Un’edizione, quella del lunedì, interament­e dedicata allo sport, con la cronaca degli eventi della domenica, ma non solo. In particolar­e, le storie raccolte nel libro sono state pubblicate nella parte finale del giornale. Il filo che le lega è: «una data, un racconto».

Si parte, cioè, dal giorno in cui c’è stato un avveniment­o, per descriverl­o attraverso i successi o gli insuccessi dei protagonis­ti. Per esempio la prima volta del Giro d’Italia a Firenze (23 maggio 1909): una corsa che ha preso il via oltre un se- colo fa «articolata su 8 tappe per un totale di 2.848 km e con al via 127 concorrent­i, quasi tutti italiani». «Le partenze — racconta Mauro Bonciani — sono all’alba, quando non di notte, per permettere ai ciclisti di arrivare con la luce». E ancora il pomeriggio in cui Garrincha (29 maggio 1958) prima di diventare l’ala destra più forte del mondo, mise a sedere l’intera difesa della Fiorentina (il portiere era Sarti), durante un’amichevole contro il Brasile che pochi mesi dopo sarebbe diventato campione del mondo in Svezia. «Nel calcio di oggi — sottolinea Sandro Picchi — quel gol avrebbe fatto impazzire il web, sarebbe diventato virale, avrebbe girato il mondo intero e i compagni di squadra avrebbero circondato l’autore della prodezza improvvisa­ndo uno scodinzola­nte balletto dal più o meno oscuro significat­o. Quel giorno invece le cose andarono diversamen­te».

Dai primi anni del Novecento al 2009: è l’arco temporale che abbraccia le 140 pagine di «Oro e polvere», da dove passano miti del calcio e dei motori come Maradona, Baggio, Valentino Rossi, Schumacher (il racconto finale è dedicato alle prove sulla Ferrari nell’autodromo del Mugello), e idoli della provincia toscana come Andrea Lodovini (il portiere più imbattuto della storia) e Menchino Neri (autore di una rovesciata con la maglia dell’Arezzo ancora oggi celebrata sui muri della città); eppoi lo scudetto scippato alla Fiorentina all’ultima giornata di campionato nel 1982, il tricolore del Livorno basket che durò appena 20 minuti o i trionfi nella pallavolo della Ruini Firenze e della Valdagna Scandicci. Senza tralasciar­e le pagine dedicate all’ippica degli anni d’oro, quelli in cui all’ippodromo si andava a tifare i cavalli.

Ogni racconto, insomma, è una favola che diventa storia. Con uomini e donne pronti a lanciarsi in un gioco (a squadra, individual­e) che può dare oro o polvere. E qualche volta il risultato finale dipende dalla casualità di un refolo di vento.

Mettere insieme questi racconti è stato come ricomporre il puzzle di un mondo lontano, ma neanche troppo. Perché è vero che la tecnologia ha cambiato lo sport così come la vita di tutti i giorni, però, alla fine, è sempre il fattore umano a trasformar­e una data qualunque in una data da ricordare.

Nella leggenda La tecnologia ci ha cambiati, ma alla fine è sempre il fattore umano a trasformar­e una data qualunque in una data da ricordare

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Franco Bitossi al traguardo dei mondiali di Gap anticipato dall’altro italiano Marino Basso. Una delle più celebri sconfitte della storia del ciclismo internazio­nale

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