Consegnate a Francesco le 20 mila firme che chiedono di salvare il convento
tutto il giorno hanno atteso l’arrivo dell’autobotte (annunciata alle 11,45 da Publiacqua) con in mano taniche e bottiglie. Alle 18, però, i residenti di via Senese, via Cantagalli, via San’Ilario a Colombaia e via Metastasio, dopo diverse telefonate al centralino di Publiacqua, si sono arresi decidendo di organizzarsi da soli. Qualcuno è partito in auto verso i supermercati più vicini tornando poi con decine di casse d’acqua da distribuire soprattutto ad anziani e famiglie con bimbi piccoli; altri, invece, hanno chiesto ospitalità (per la doccia, il pranzo e la cena) ad amici e parenti.
Solo in serata, e dopo dodici ore di lavoro, i tecnici del-
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I residenti «È la terza volta in un mese che succede in queste strade» L’autobotte destinata alle case bloccata da un incidente
di via Villamagna sono riusciti a trovare la perdita che ha causato l’interruzione del servizio al Poggio Imperiale e nella zona di Porta Romana, compreso al liceo artistico. «L’intervento di riparazione è iniziato alle 22 — si legge nella nota di Publiacqua — in modo da mantenere l’erogazione dell’acqua regolare per l’ora di cena». Per far fronte all’emergenza, davanti alla liceo è arrivata un’autobotte (anche se a cancelli chiusi), e il suo prezioso carico verrà utilizzato oggi da studenti e docenti per i laboratori e per i bagni evitando così il rischio di una chiusura delle scuola. L’altra autobotte invece — quella che era destinata ai residenti — è rimaPer sta bloccata in autostrada tra Pistoia (da dove arriva l’acqua) e Firenze dopo aver fatto un incidente.
Tanto che, a fine giornata (erano le 20), Publiacqua ha deciso di ripristinare il servizio dando così modo alle famiglie di organizzare la cena e le pulizie e ai ristoranti di poter lavorare senza problemi. «È la terza volta in un mel’azienda se che in queste strade manca l’acqua. A che serve intervenire continuamente sull’acquedotto se poi siamo costretti a subire questi disagi?», denuncia chi vive in via Senese. «Tre settimane fa — dicono invece al ristorante Don Fefè — abbiamo rischiato di disdire 150 prenotazioni».