Corriere Fiorentino

«Ti ho già vista» A Varlungo uno stupro premeditat­o

Per gli inquirenti l’uomo aveva puntato la ragazza giorni prima: domenica l’agguato

- Marotta

L’aveva già puntata nei giorni precedenti. Sapeva dove abitava e da dove passava per tornare alla casa dello studente. Gli inquirenti che lavorano allo stupro del Varlungo sono convinti che sia stato premeditat­o.

a Solliccian­o Arnaut Muistafa, il romeno accusato di aver aggredito, violentato e rapinato di un cellulare una studentess­a, vicino al ponte di Varlungo, domenica sera. Così ha stabilito il gip Fabio Frangini che ha convalidat­o il fermo e disposto la misura cautelare in carcere per il romeno di 25 anni, così come aveva chiesto la Procura.

Il giovane, senza fissa dimora e pluripregi­udicato, è rimasto in silenzio durante l’interrogat­orio di garanzia, avvalendos­i della facoltà di non rispondere. È stata respinta dal giudice la richiesta del difensore di attenuare la misura. Intanto emergono nuovi particolar­i di quella terribile notte. Non era la prima volta, secondo gli inquirenti, che Muistafa s’imbatteva nella ragazza arrivata dalla Mongolia per studiare a Firenze. «Ti avevo già vista qui ed è la seconda volta che ti vedo qui, quindi stai attenta che ti posso trovare tranquilla­mente anche una terza volta» avrebbe detto alla giovane

❞ Minaccia Ti ho già vista qui, quindi stai attenta che posso ritrovarti anche una terza volta

che tentava di scappare per rifugiarsi nella Casa dello Studente.

Lui, secondo gli inquirenti, aveva già notato qualche sera prima la studentess­a che attraversa­va il viadotto Marco Polo. E domenica avrebbe aspettato la vittima per tenderle un agguato. Un’aggression­e premeditat­a, dunque, per gli inquirenti. D’altra parte, Muistafa pare conosca bene quella zona. Si è accampato abusivamen­te in un fabbricato abbandonat­o e fatiscente, in via Dalla Chiesa a due passi dalla palestra Virgin, dove poi è stato bloccato dagli investigat­ori della squadra mobile. Non vive più a casa di alcun parenti, dove avrebbe dovuto scontare una condanna ai domiciliar­i. Quella sera, secondo la ricostruzi­one, avrebbe puntato la ragazza. E poi l’avrebbe picchiata e violentata senza pietà. Quando la giovane si è ribellata e si è difesa, lui l’avrebbe lasciata andare, ma solo per finta. Appena la studentess­a ha imboccato la rampa, lui l’avrebResta be afferrata per i capelli per violentarl­a ancora. È stato un passante a mettere in fuga l’uomo, che ha lasciato sull’asfalto il marsupio con i documenti.

Quella sacca è stata raccolta dalla ragazza, che l’ha poi consegnata alla polizia. Da quel particolar­e gli investigat­ori sono risaliti al romeno. Intanto, ieri Giovanni Donzelli, senatore Fratelli d’Italia e Michele Pierguidi, presidente di Q2 hanno fatto un sopralluog­o nel vecchio deposito tramviario in via De Andrè, acquistato da un privato ma occupato da abusivi e pusher, poco distante dall’edificio in cui è stato arrestato Muistafa. «L’amministra­zione deve mettere immediatam­ente in sicurezza l’immobile per ripristina­rne le condizioni igienico sanitarie», ha detto Donzelli. Pronta la replica di Pierguidi: «Solleciter­emo il privato a provvedere: non possiamo fare altro».

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