NOVOLI E UN DISEGNO CHE ANCORA NON C’È
Caro direttore, il reportage di Marzio Fatucchi su Novoli, pubblicato sul Corriere Fiorentino di domenica scorsa, ci ha fatto riaprire gli occhi su un delicata parte della città di Firenze.
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Una zona che si presenta come un pezzo di una città qualsiasi, contraddistinta dalla mancanza di un serio, approfondito, progetto urbano che ne abbia guidato, con coraggio e visione, uno sviluppo d’insieme coerente con il tempo che si vive e organico all’intero territorio fiorentino. Non sta andando così, e da troppo tempo; il risultato è quanto emerge appunto nel reportage. Novoli è una «polarità», ad oggi non voluta dalla pianificazione, pregna di zonizzazioni inaccettabili dal vivere contemporaneo: una polarità ben distinta dalla città storica, anch’essa troppo monofunzionale al turismo, e caratterizzata come nuovo sfllacciato centro di attività terziarie, lungo vecchi assi di sviluppo residenziale vetero palazzinaro. I grandi e lentissimi progetti in itinere, Castello-stadio-Mercafir, aggraveranno tale situazione? Certamente sì, se non verranno concepiti, già in fase attuativa, come assieme di elementi e valori risolutivi di tutti i difetti evidentissimi di quella gran parte di città metropolitana. La tramvia intanto sta per produrre il resto, perché pensata solo per risolvere il problema della mobilità pubblica, senza visione urbanistica, ma solo trasportistica. Certo allevierà il flusso di traffico su mezzi privati, i quali dovranno trovare posto per la sosta, ma la connessione facilitata, aumenterà la bipolarità di Firenze lasciando a Novoli il ruolo di percorso intermedio, o peggio di ospitalità turistica marginale.
Nelle realtà urbane, ben pianificate con il coraggio di affrontare la contemporaneità, si è lavorato per tempo sul compattamento spaziale dei volumi, sulla mescolanza di funzioni dell’arco dell’intera giornata, sui servizi al minimo costo e, soprattutto, sulla qualità dello spazio pubblico come luogo che accoglie la vita. Bisogna partire dal racconto della città intera, per poi agire nella nostra epoca, facendone il posto per tutti anche di Novoli. Ma siamo ancora lontani da tutto questo, anche se è ancora possibile lavorarci. Un progetto per una parte di Firenze deve essere un progetto per la intera Firenze di domani, senza aver paura del tempo che si vive e che sappia fare, con le adeguate capacità, scelte rapide e coraggiose.
La visione
I progetti in itinere, dalla Mercafir allo stadio, dovranno diventare la chiave per risolvere le falle del quartiere come lo conosciamo oggi