L’archivio di San Lorenzo apre alla città
Dopo 1.300 anni sarà consultabile da tutti, oggi la festa. Monsignor Viola: gesto di accoglienza
Erano 1.300 anni — è passato un bel po’ di tempo insomma — che l’archivio della Basilica di San Lorenzo non era accessibile e aperto al pubblico. Diciamo che non le è stato mai. Sino a ieri studiosi e ricercatori potevano sì consultarne i documenti ma dopo averne fatto richiesta e comunque trasportandoli nella sala di lettura della Biblioteca Medicea Laurenziana. Da oggi cambia tutto. Dalle 18, dopo la benedizione e il discorso del Cardinale Giuseppe Betori, questa chiusura cesserà d’esistere e chi vorrà potrà usufruire di quanto è qui custodito: «Circa 10.000 documenti di cui 1.180 pergamene, oltre 2.000 fotografie, un fondo musicale importante di cui fan parte 32 bellissimi corali miniati» come ci dice la dottoressa Sonia Puccetti che ne è la responsabile. È un pezzo di storia di Firenze e di Storia nel senso più ampio del termine che cambia destinazione d’uso diventando di tutti. Potenzialmente, di tutti, perché per il momento, non essendoci ancora un catalogo online, chi verrà qui sarà diciamo un esperto del ramo che sa cosa vuole e desidera prenderlo in visione. Per ora prenotando una visita telefonando allo 055.214042, a breve in orari fissi di apertura al pubblico che saranno presto resi noti dall’Opera Medicea Laurenziana.
Il senso di questa apertura non è da poco. L’archivio di San Lorenzo è un pozzo di notizie e curiosità della storia della città. A parte i pezzi più celebri tra cui, ci ricorda monsignore Domenico Viola priore della basilica « la registrazione del funerale della Monna Lisa», ci sono molti altri documenti di grande interesse: sicuramente tra i più curiosi sono il carteggio dei priori con la famiglia Medici e i diari sempre dei priori della basilica. Sono consultabili solo quelli antichi di almeno 70 anni, come tutti i documenti ecclesiastici, e contengono micro-storie della città che testimoniano il cambiamento di usi, costumi e abitudini.
Non basta, tra i faldoni atti di matrimonio e di morte di personaggi in vista della città e comunque di tutti quelli che insistevano nel Capitolo della basilica, bolle papali e un registro del 1688 fatto compilare dal priore Giovan Battista Frescobaldi, la Sylloge notariorum in cui sono annotati atti redatti dagli stessi notai con i loro timbri. L’apertura al pubblico dell’archivio è un tassello di un progetto più ampio che punta a rendere la basilica un luogo il più possibile destinato ad accogliere. «Sentiamo il bisogno di ribadire il valore dell’accoglienza e dell’apertura — aggiunge monsignor Domenico Viola — Per farlo, in accordo con il Presidente dell’Opera Medicea Laurenziana Paolo Padoin, abbiamo deciso di rivedere la disposizione e la fruizione degli spazi, aprendo quanto più possibile il complesso basilicale sia alle realtà che operano nel sociale sia ai turisti e ai cittadini». Per questo «sono in programma diversi step successivi che seguiranno questa prima grande inaugurazione — ha dichiarato il presidente Paolo Padoin — offriremo nuovi servizi per i nostri visitatori, con l’apertura del bookshop, di ambienti dedicati alla sosta, di una nuova batteria di bagni, con interventi già realizzati o da ultimarsi nel Cortile interno fino ai sotterranei, dove è in corso il recupero e il restauro dei locali dell’antica Compagnia delle Stimmate, destinati a convegni, mostre e attività religiose».
❞ Tra i faldoni si trovano i carteggi dei priori con i Medici e i loro diari Poi gli atti di nozze e dei funerali di molti personaggi in vista di Firenze tra cui quello di Monna Lisa