Bekaert, nel decreto per Genova un anno di cassa integrazione
Via libera dalla Ragioneria di Stato. Di Maio: «Reintrodotta la norma cancellata dal Jobs Act»
I lavoratori della Bekaert avranno accesso alla cassa integrazione straordinaria dal 3 ottobre. Un sospiro di sollievo che arriva con l’imprimatur della Ragioneria generale dello Stato al decreto che, oltre ad affrontare l’emergenza di Genova, contiene le norme per ripristinare la cassa integrazione per cessazione eliminata dai decreti attuativi del Jobs Act. «Questo è un governo che non abbandona le persone — commenta il vicepremier e ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio — Molti operai, grazie alla norma sulla Cig per cessazione, non perderanno il lavoro e potranno rientrare nel tessuto produttivo. È stata finalmente reintrodotta questa norma dopo che il Pd con la folle riforma del Jobs Act l’aveva cancellata, una promessa mantenuta». I 318 operai dello stabilimento di Figline Valdarno, che la multinazionale belga Bekaert ha annunciato di voler chiudere, hanno comunque confermato lo sciopero di 4 ore indetto per oggi: vogliono essere sicuri che il decreto, all’esame del Quirinale, venga effettivamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale e divenga pienamente operativo in tempo utile per far ottenere il sussidio subito, dal 3 ottobre, quando lo stabilimento chiuderà e loro verranno licenziati. L’articolo 48 del «decreto Genova» prevede che per il 2019 e il 2020 si possa autorizzare il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per le aziende che hanno cessato l’attività produttiva ma per le quali sussistano concrete prospettive di riavvio dell’attività o di reindustrializzazione con il subentro di nuovi imprenditori. La Cig straordinaria potrà essere concessa per un massimo di 12 mesi e le risorse verranno attinte dal Fondo sociale per la formazione e l’occupazione. «Stiamo riscuotendo un certo interessamento del mercato per quello stabilimento e stiamo provando a coinvolgere nella vertenza il gruppo Pirelli» aveva detto Di Maio nei giorni scorsi, confermando quanto detto anche dal sindaco di Firenze e della Città Metropolitana Dario Nardella. Il gruppo belga Bekaert aveva annunciato di voler chiudere lo stabilimento toscano nel giugno scorso, sostenendo che non era più competitivo a causa di costi fissi strutturali troppo alti che hanno generato negli anni una situazione finanziaria negativa e irreversibile. Durante il confronto al ministero dello Sviluppo è poi emersa l’apertura a una reindustrializzazione dello stabilimento a patto che chi subentra non continui a realizzare «steel cord», il core business di Bekaert.
I sindacati
«Noi aspettiamo la Gazzetta Ufficiale» E confermano 4 ore di sciopero per oggi