Corriere Fiorentino

E per controllar­e i focolai l’assessore prende ferie

Sandroni si occupa della Protezione civile a Calci, per 342 euro al mese: «Però devo stare qui»

- DAL NOSTRO INVIATO M.F.

«Oggi sarei in ferie». Alle cinque di mattina, con la radio che continua a gracchiare indicazion­i su dove intervenir­e, per arrivare all’alba viene anche di parlare della propria vita. E così si scopre che l’assessore alla Protezione civile di Calci Giovanni Sandroni ha finito le ore di permesso sul lavoro e per seguire le operazioni antincendi­o ha dovuto prendere ferie nell’azienda dove è impiegato. Operatore nel settore bancario, confessa: «So di stare sulle scatole ai colleghi, con tutti i guai che succedono, sanno che posso mancare in ufficio all’ultimo momento». Puzza di fumo come tutti i volontari, nonostante nella notte tra lunedì e martedì sia riuscito a «farmi una doccia e dormire due ore».

Si è dato il cambio al Centro di coordiname­nto con il sindaco Michele Ghimenti, ma tranne poche ore sono sempre insieme. Sandroni non lo dice ma fa tutto questo (come gli assessori di un Comune così piccolo come Calci) per 342 euro al mese di indennità, con buona pace degli anti casta «Io — spiega — sono nato volontario». Sandroni è uno dei fondatori del Gruppo vigilanza Antincendi­o «Paolo Logli». «Era il figlio di un sindaco storico di Calci, uno degli inventori della Protezione civile. Paolo è morto in un incidente due giorni prima che firmassimo dal notaio la costituzio­ne del Gav».

Ed era uno di quei 9 che autotassan­dosi comprarono «una jeep della Guerra d’Africa. Ci piazzammo una cisterna, la pompa per l’idrante lo regalò un professore di Pisa, valdostano». Oggi hanno sei mezzi tecnici, che da lunedì notte corrono da una parte all’altra sul Monte Serra, guidati dai 60 volontari operativi, mentre quelli in assistenza si occupano al Centro operativo di aiutare Vigili del fuoco e tutti gli altri volontari delle decine di sigle che compongono la Protezione civile. «Siamo stati i primi della zona, 30 anni fa: dopo di noi sono nati i Gav in tutto i Monti Pisani. Certo, non è stato un bel compleanno». E parlare dei Gav è descrivere quella che è la realtà di tutte le realtà arrivate tra Calci e Vicopisano.

Sono loro che, anche ieri notte, controllan­o che non ripartono altri fronti: l’incendio è domato, ma sotto la terra brucia ancora. Come successo mercoledì mattina: a Noce, sopra Lugnano, alle 5.30 se ne apre uno di circa 300 metri. I Canadair e l’elicottero S64 spengono il fronte, non prima che arrivi però in una casa, dove fa scoppiare una bombola del gas. Ma alle 13, quando ormai tutto sembra finito, un ulivo, distante 400 metri dal fronte, si incendia. I volontari si precipitan­o, lo spengono, lo tagliano. Probabilme­nte, un lapillo ore prima era entrato nell’incavo e il fuoco aveva covato. Ci vorranno giorni, forse una decina, prima che questo fenomeno finisca. Intanto la Regione ha deciso: niente caccia in un’area aggiuntiva di mille ettari intorno al Monte Serra bruciato.

Sotto controllo

Le squadre di volontari e i vigili del fuoco sono ancora impegnate a spegnere qualche rogo causato dal fuoco presente sotto il terreno

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L’assessore alla Protezione civile del Comune di Calci Giovanni Sandroni

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