Corriere Fiorentino

Nuova sede in un ex capannone industrial­e di Pistoia. Domani inaugurazi­one con mostra

- Giulia Gonfiantin­i

La memoria dei luoghi, a volte, è come un vecchio disco a cui, per tornare a vivere, basta essere suonato. Così la galleria d’arte contempora­nea Vannucci di Pistoia sceglie la suggestion­e delle canzoni intramonta­bili per inaugurare un’ulteriore fase della propria storia e, al contempo, riportare a nuova vita dopo anni di abbandono un ex capannone industrial­e. Domani alle 18, con la collettiva Let’s Twist Again, aprirà le porte della sua nuova sede ricavata in quelle che un tempo erano le officine elettromec­caniche e ferroviari­e Storai, a poche centinaia di metri dal centro e dalla stazione dei treni.

Nei circa 250 mq di via Gorizia, recuperati nel rispetto dei loro trascorsi industrial­i, trovano spazio nove opere di altrettant­i artisti legati all’attività più recente della galleria e che «ci rappresent­ano — dice Massimilia­no Vannucci — La mostra è stata pensata e costruita, alcuni dei progetti esposti sono inediti e creati per l’occasione». La poetica è giocata sul tema della casa e dell’accoglienz­a, del ricordo e delle tracce del passato catapultat­e nel presente, da Il lato chiaro del diamante, installazi­one di vetro, pigmento e espositiva è la testa — spiega Vannucci — ma questo luogo non sarà solo galleria. C’è anche una residenza, dove gli artisti potranno restare per realizzare progetti e che in futuro potrà forse essere qualcosa di più. È un modo per rendere più informale e meno freddo l’intero ambiente, attorno al quale potranno esserci mille cose». E dove ci sarà spazio per presentazi­oni di libri, idee e proposte: una foresteria nell’ampio piazzale esterno è già pronta per ospitare laboratori artistici. Un’altra parte dell’edificio, inoltre, ospiterà presto la casa editrice Gli Ori, specializz­ata in testi d’arte. In collaboraz­ione con quest’ultima, il 27 ottobre sarà presentato il catalogo di Tomboloni con una performanc­e di Yael Karavan (figlia di Dani) dal titolo Fragments. Domani, intanto, la galleria festeggerà coni propri artisti il trasloco in uno «spazio perfetto per noi che da sempre facciamo dell’accoglienz­a e del calore il cardine del nostro lavoro». «La memoria conta», si legge nel catalogo che accompagna la collettiva, realizzato – non a caso – con il formato di un 45 giri. Con le officine Storai, produttric­i di pantografi per locomotive e inserite nell’indotto Breda, dove si sono formate generazion­i di metalmecca­nici, la Vannucci condivide il carattere familiare: nata nel ’59 in centro storico, in passato ha legato il proprio nome ad artisti come Marini e Kounellis, ed è ora alla terza generazion­e. Per entrambe, è il momento di intonare nuove storie.

In questo luogo gli artisti si potranno fermare per realizzare i loro progetti, un modo per rendere più informale l’intero ambiente attorno al quale potranno esserci mille cose

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Tito Maino, «Non mi ricordo» (specchio serigrafat­o)
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Uno degli ambienti
 ??  ?? Massimilia­no Vannucci(a destra) con il padre Enrico nelle ex officine meccaniche e ferroviari­e Storai di Pistoia
Massimilia­no Vannucci(a destra) con il padre Enrico nelle ex officine meccaniche e ferroviari­e Storai di Pistoia

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