Nuova sede in un ex capannone industriale di Pistoia. Domani inaugurazione con mostra
La memoria dei luoghi, a volte, è come un vecchio disco a cui, per tornare a vivere, basta essere suonato. Così la galleria d’arte contemporanea Vannucci di Pistoia sceglie la suggestione delle canzoni intramontabili per inaugurare un’ulteriore fase della propria storia e, al contempo, riportare a nuova vita dopo anni di abbandono un ex capannone industriale. Domani alle 18, con la collettiva Let’s Twist Again, aprirà le porte della sua nuova sede ricavata in quelle che un tempo erano le officine elettromeccaniche e ferroviarie Storai, a poche centinaia di metri dal centro e dalla stazione dei treni.
Nei circa 250 mq di via Gorizia, recuperati nel rispetto dei loro trascorsi industriali, trovano spazio nove opere di altrettanti artisti legati all’attività più recente della galleria e che «ci rappresentano — dice Massimiliano Vannucci — La mostra è stata pensata e costruita, alcuni dei progetti esposti sono inediti e creati per l’occasione». La poetica è giocata sul tema della casa e dell’accoglienza, del ricordo e delle tracce del passato catapultate nel presente, da Il lato chiaro del diamante, installazione di vetro, pigmento e espositiva è la testa — spiega Vannucci — ma questo luogo non sarà solo galleria. C’è anche una residenza, dove gli artisti potranno restare per realizzare progetti e che in futuro potrà forse essere qualcosa di più. È un modo per rendere più informale e meno freddo l’intero ambiente, attorno al quale potranno esserci mille cose». E dove ci sarà spazio per presentazioni di libri, idee e proposte: una foresteria nell’ampio piazzale esterno è già pronta per ospitare laboratori artistici. Un’altra parte dell’edificio, inoltre, ospiterà presto la casa editrice Gli Ori, specializzata in testi d’arte. In collaborazione con quest’ultima, il 27 ottobre sarà presentato il catalogo di Tomboloni con una performance di Yael Karavan (figlia di Dani) dal titolo Fragments. Domani, intanto, la galleria festeggerà coni propri artisti il trasloco in uno «spazio perfetto per noi che da sempre facciamo dell’accoglienza e del calore il cardine del nostro lavoro». «La memoria conta», si legge nel catalogo che accompagna la collettiva, realizzato – non a caso – con il formato di un 45 giri. Con le officine Storai, produttrici di pantografi per locomotive e inserite nell’indotto Breda, dove si sono formate generazioni di metalmeccanici, la Vannucci condivide il carattere familiare: nata nel ’59 in centro storico, in passato ha legato il proprio nome ad artisti come Marini e Kounellis, ed è ora alla terza generazione. Per entrambe, è il momento di intonare nuove storie.
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In questo luogo gli artisti si potranno fermare per realizzare i loro progetti, un modo per rendere più informale l’intero ambiente attorno al quale potranno esserci mille cose