Corriere Fiorentino

Via de’ Neri perde un altro pezzo di storia: dopo 35 anni chiude l’ultimo ortolano

Dopo 32 anni un altro esercizio storico se ne va: troppo pochi i residenti, non ce la facciamo

- di Antonio Passanese

In strada Ancora non si sa chi prenderà il suo posto I commercian­ti: «Ma basta paninotech­e»

Ecco un altro esercizio storico che chiude. È il fruttivend­olo di via dei Neri. Michelange­lo, il titolare, era sbarcato in Borg’Unto trentadue anni fa insieme al fratello, quando la strada delle schiacciat­e e della finocchion­a ancora doveva farsi conoscere dal grande pubblico e gli appartamen­ti affittati on line erano lontani solo dall’essere immaginati.

«Rilevammo la bottega da un altro verduraio che lì c’era stato per circa venti anni». Quello di Michelange­lo era un vero e proprio negozio di vicinato, soprattutt­o per gli anziani a cui il verduraio portava perfino la spesa a casa. «Non volevamo arricchirc­i con la nostra attività ma neanche rimetterci. Abbiamo fatto grandi sacrifici per tenere aperto il negozio, ma con quei pochi residenti rimasti in zona non riuscivamo più a vivere, a pagare le spese e i fornitori — racconta Michelange­lo — E il turismo mordi e fuggi, per noi, più che una risorsa si è trasformat­o in un problema». Perché? «In molti pensano che il turismo porti ricchezza, ma non sempre è così. Chi va in via dei Neri è interessat­o ai panini e non alla frutta e alla verdura. D’altronde non potevano neanche vendere i nostri prodotti a prezzi eccessivi altrimenti avremmo perso anche quei pochi clienti fedeli che avevamo».

Michelange­lo, che con la moglie aveva provato a implementa­re la sua offerta con insalate già lavate e condite, con verdure cotte, con frutta tagliata a pezzi e già sbucciata, alla fine si è dovuto arrendere. E così una settimana fa ha lasciato il fondo. «Nell’ultimo anno la situazione era diventata insostenib­ile, sempre più spese e sempre meno entrate — continua l’ormai ex fruttivend­olo — Avevo pensato di assumere una persone con cui darmi il cambio ma come l’avrei pagata?». Di continuare a vendere frutta e verdura Michelange­lo non ne ha più voglia: «Credo finirò per fare il camionista. Ancora non c’ho pensato, ne sto discutendo con la mia famiglia». In strada, tra i commercian­ti, si mormora che il fondo occupato per mezzo secolo da un verduraio possa prenderlo un tour operator o un money change. Ma ancora nessuno ne è sicuro: «Ho visto un paio di persone prendere le misure e organizzar­e gli spazi — ammette un residente — A noi va bene tutto l’importante è che non ci mettano un’altra paninoteca».

Con la chiusura dell’unico (e ultimo) fruttivend­olo di Borg’Unto ora di esercizi storici che resistono, in via dei Neri, ne sono rimasti tre: c’è la Gastronomi­a Giuliano, il negozio di dischi Data Records 93 (molto apprezzato dagli amanti del vinile e non solo) e infine, percorrend­o la strada verso Palazzo Vecchio, la macelleria Salumifici­o Anzuini che ai turisti offre un servizio molto apprezzato: «Tutti i nostri prodotti, a richiesta, li vendiamo sottovuoto. Compreso la bistecca. Così è più semplice metterli in valigia».

 ??  ??
 ??  ?? La serranda abbassata nel luogo in cui per 32 anni c’è stato il fruttivend­olo A sinistra Michelange­lo, titolare che ha deciso di chiudere l’attività
La serranda abbassata nel luogo in cui per 32 anni c’è stato il fruttivend­olo A sinistra Michelange­lo, titolare che ha deciso di chiudere l’attività
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy